IL MATTINO
Controverso
09.10.2016 - 12:51
E poi trovi dati che davvero non t’aspetti. Quelli sulle pensioni erogate, sempre entro i 35 anni d’età. La maggior parte per invalidità civile. In Puglia sono, al 2013, 34.962. Lo 0,86 sul totale della popolazione. Nella sola provincia di Foggia 5.832. In Campania sono 50.855, lo 0,88%. Ed al nord? Due esempi. In Emilia Romagna 23.520, lo 0,53, in Trentino 5.290, lo 0,4 sempre sul totale della popolazione. Insomma, su questi dati, il divario è, diciamo, all’incontrario.
Non è l’America. Come sta l’Italia? Non proprio bene. Nel 2015 oltre 107mila italiani hanno fatto le valigie e sono fuggiti via. Di questi oltre il 36% ha meno di 34 anni. Si muovono oltre confine inseguendo nuove opportunità. E l’emigrazione tocca anche e soprattutto il Nord. Riscatto sociale, voglia di affermarsi ma anche troppe lacerazioni sociali da colmare. Comunque si parte e l’Italia diventa più povera. Come sta il Sud? Peggio. I numeri che raccontano nella loro crudezza, la forbice del divario che s’allarga tra giovani del Nord e del Sud sono tutti sul portale “Giovani” dell’Istat. Età 15-34, secondo trimestre 2016. 1 milione 274 mila: è questa la differenza tra occupati al Nord e al Sud. Il tasso di occupazione, Nord-Sud è rispettivamente al 49.8 ed al 28.9%. I disoccupati al Sud sono 314mila in più. Al Nord il tasso di disoccupazione è al 7.4, al Sud al 19.3. Gli inattivi al Sud sono 2 milioni 747mila, ben 459.000 in più rispetto al Nord.
I cosiddetti NEET in Puglia, nel 2015 rappresentavano il 35,9%. A soffrire più di tutti la Calabria con il suo 43,1, a fronte di una media Italia che si ferma al 26,9 mentre il Trentino Alto Adige è al 13,9, con la provincia di Bolzano all’11,3%. Numeri che ci dicono, poi, che in Italia – entro i 35 anni di età – è difficile per il 16% poter sostenere il costo di un’utenza telefonica fissa o, per il 19,3 poter acquistare dei vestiti indispensabili, pagare le tasse per il 17,9 o curarsi per il 13%. E poi trovi dati che davvero non t’aspetti. Quelli sulle pensioni erogate, sempre entro i 35 anni d’età. La maggior parte per invalidità civile. In Puglia sono, al 2013, 34.962. Lo 0,86 sul totale della popolazione. Nella sola provincia di Foggia 5.832. In Campania sono 50.855, lo 0,88%. Ed al nord? Due esempi. In Emilia Romagna 23.520, lo 0,53, in Trentino 5.290, lo 0,4 sempre sul totale della popolazione. Insomma, su questi dati, il divario è, diciamo, all’incontrario.
E se c’è un’Italia reale che con sconforto ascolta narrazioni diverse, che non riconosce, il Sud di suo continua ad essere quel luogo dove i “mali” del Paese si accentuano. E ci si ritrova, troppo spesso, seduti allo stesso bar, senza più parole e nessun nuovo racconto. Una sfilza di numeri non è mai leggera da leggere, ma i numeri raccontano e lasciano poco spazio all’immaginazione. L’emorragia è costante, quasi quanto la retorica che accompagna la discussione, spesso stantia, sui giovani, sul Sud, su cosa fare per far ripartire il Paese. La ripresa è allo zero virgola qualcosa, tranne che in Lombardia ed Emilia Romagna che superano l’asticella dello zero davvero per pochissimo. E quella ripresa che non c’è, non c’è soprattutto al Sud che annaspa nel suo massimo zero virgola cinque. Intanto un italiano su 12 vive all’estero. In dieci anni la mobilità, che non è mai qualcosa da interpretare con leggerezza, è aumentata di circa il 55%. Ed il 50% ha origini tutte meridionali. Questo è, purtroppo.
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