La prima pagina del primo numero de "Il Mattino di Foggia", del 01/03/2011
Il primo marzo di tre anni fa commettemmo una follia: mettere al mondo, in questa martoriata provincia, un nuovo quotidiano. Lo chiamammo “Il Mattino di Foggia” per il benaugurante proposito di spalancare le finestre di ogni giorno al capolino di effervescenze culturali, sociali, imprenditoriali di una Capitanata che immaginavamo vogliosa di stimoli, di sfide, di intraprendenze, in una sola parola, di crescita. Invero, in questi tre anni ci è soprattutto toccato inventariare lo smobilizzo di una classe politica, imprenditoriale, dirigenziale del tutto incapace di onorare le aspettative di una terra affamata di speranza e cambiamento; con la complicità della gente che la abita, quindi tutti noi, che vive come in un acquario, direbbe il grande poeta Vincenzo Cardarelli, piuttosto che avvertire l’urgente nostalgia degli oceani. In questo rigurgito triennale di quotidianità tenute insieme da un titolo di giornale, il tempo scandito dalla vita di una redazione può essere solo un altro mulinello da aggiungere al vortice dell’inconsistenza in una città che gira a vuoto, smemorata e negletta, alla ricerca di una meta. Noi abbiamo provato a metterci cuore, coraggio e convinzione. Abbiamo voluto, fortemente voluto, metterci il cuore nel considerare che la passione sia l’argano essenziale per smuovere la pigrizia temuta da ogni sfida, piccola o grande che sia; ci abbiamo messo coraggio, e rimesso tanti soldi, nell’affrontare, senza alcuna rete di protezione politica ed economica, il triplo salto mortale di un’avventura editoriale che volteggia in un circo poco entusiasta di partecipare allo spettacolo di un’informazione per niente percepita e vissuta come strumento utile, prezioso, ad intercettare, stimolare, ed accrescere germogli di cambiamento e innovazione. Ci è rimasta la convinzione di credere che, per dirla con il grande filosofo, cattolico, tedesco, Karl Tehodor Jaspers, «L’ultima questione è di sapere se dal fondo delle tenebre un essere può brillare». Dal fondo delle tenebre di questa città e di questa provincia, chi avrà il cuore ed il coraggio di far brillare se stessi e gli altri? Perché la questione è questa: non basterà un sindaco nuovo o un’azienda in più a compiere il miracolo di una comunità nuova, se non è alimentata dall’esercizio quotidiano di renderci migliori e migliorare la famiglia a cui apparteniamo, i luoghi in cui viviamo, le persone che frequentiamo. Così, il regalo che vogliamo farci per il nostro terzo compleanno è condividere con voi questa vocazione all’eccellenza per accrescere la consapevolezza che informarsi, informare, è soprattutto un continuo esercizio di libertà nelle scelte che determinano il destino di tutti: lo faremo chiamandovi ad essere protagonisti delle notizie con strumenti di partecipazione immediata, adeguati alla risposta di cambiamento che maggiormente preme sul futuro dell’informazione; non lo faremo tra un anno, due anni, ma nei prossimi giorni. Per ora un grazie di cuore ai 9 mila visitatori unici che mediamente, quotidianamente, leggono il nostro sito; ai 6.597 amici dei nostri due profili Facebook; ai 2.797 che ci seguono sulla nostra pagina Facebook; ai 1.445 followers su Twitter. Grazie a tutti voi per rendere il nostro lavoro ogni giorno, follemente, una festa.
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Antonio Blasotta
Alla passione per la scrittura e la comunicazione ho dedicato il mio tempo, senza mai risparmiarmi. Così, da quando avevo 15 anni, ho scritto per diversi giornali (Puglia, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Roma), ho diretto la prima tv di Foggia, Teleradioerre; ed ho finito con il fondare la Casa Editrice "Il Castello", che, oltre ad editare diversi libri, pubblica "Il Mattino di Foggia". Divido la mia vita tra la passione editoriale e quella per la formazione relazionale e direzionale, essendo Master Trainer con licenza USA di PNL.