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Ferragosto? Un’antica festa pagana che il cristianesimo ha fatto sua

Il nome deriva dalla contrazione di due parole latine: Feriae Augusti; ossia nel calendario romano il sesto mese dell’anno era intitolato all’imperatore Augusto (da cui il nostro ‘agosto’) e, in particolar modo, in questo periodo si celebravano le ‘ferie’, intese nella doppia accezione sia di festività sia di periodo di riposo dal lavoro nei campi.

Ferragosto? Un’antica festa pagana che il cristianesimo ha fatto sua

Non è un caso che Maria Immacolata vada a sostituire proprio nello stesso periodo dell’anno (come abbiamo visto essere accaduto già per la Pasqua e il Natale) il culto di un’altra divinità a cui abbiamo accennato: Diana.

È la festa più attesa dell’estate, sebbene ci ricordi che le vacanze estive stanno per giungere a termine; stiamo parlando ovviamente del Ferragosto che molti avranno festeggiato con tanto di ‘galluccio’ ripieno o piccione arrostito, a seconda delle tradizioni regionali. Eppure vi siete mai chiesti perché questa festività si chiami così? Il nome deriva dalla contrazione di due parole latine: Feriae Augusti; ossia nel calendario romano il sesto mese dell’anno era intitolato all’imperatore Augusto (da cui il nostro ‘agosto’) e, in particolar modo, in questo periodo si celebravano le ‘ferie’, intese nella doppia accezione sia di festività sia di periodo di riposo dal lavoro nei campi. Si badi, peraltro, che durante il corso di questo mese si celebravano varie feste per il popolo romano: come ricorda Varrone (nel “De lingua latina”) il 13 cadeva la festa di Diana Aventina; il 17 i Portunalia, feste in onore di Portunus, dio delle porte e di tutti i posti da cui si esce e si entra; il 19 i Vinalia rustica, feste per celebrare l’inizio anticipato della vendemmia; il 21 i Consualia, feste in onore del dio Conso, divinità del raccolto che presiedeva all’immagazzinamento delle messi; il 23 Opiconsiva, per festeggiare la dea Opis, protettrice delle risorse che la terra dispensa. Grazie alla ravvicinata cadenza di festività legate al mondo agricolo, con le divinità ad esso connesse, capiamo bene che agosto rappresentava un mese di ‘passaggio’ in un mondo dove il ritmo delle stagioni era scandito dai tempi della terra e del raccolto; come osservava lo scrittore latino Columella, infatti, è in questo mese che i frutti diventano maturi. Di questi riti, tuttavia, abbiamo sì conservato il carattere festivo e il meritato ‘riposo’ dal lavoro ma abbiamo sostituito la divinità protettrice sotto i cui auspici tali celebrazioni si svolgono; ovvero, con la propagazione del cristianesimo nell’impero, in questo mese viene collocata a partire dal V sec. d.C. la festa dell’Assunzione di Maria (che diverrà dogma solo nel 1950 con papa Pio II). Non è un caso che Maria Immacolata vada a sostituire proprio nello stesso periodo dell’anno (come abbiamo visto essere accaduto già per la Pasqua e il Natale) il culto di un’altra divinità a cui abbiamo accennato: Diana. Come Diana Maria è vergine, come Diana Maria ‘guarisce’ chiunque si rivolga a lei in preghiera; alla processione per la dea al tempio sull’Aventino viene sostituita la processione per l’Assunta. C’è, inoltre, un ulteriore parallelismo: in “Apocalisse” 12,1 si legge «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle»; difatti, molte sono le immagini di Maria che raffigurano la Vergine che poggia su una falce di luna rovesciata, quello che sfugge è che proprio la falce lunare era l’emblema/diadema della dea Diana. Ancora una volta, dunque, il cristianesimo quando non riesce ad estirpare un culto lo ingloba, per poi farlo suo e trasformarlo. L’usanza di scambiarsi gli auguri, invece, sembra essere ancora più antica dell’istituzione delle stesse “Feriae” e risalirebbe alle antichissime feste agricole in onore del dio Conso (di cui sopra), per cui ci si scambiava l’augurio di «Bonas ferias consuales», che era di auspicio per la buona riuscita del raccolto, divenuto successivamente (con l’intitolazione del mese ad Ottaviano Augusto) «Bonas ferias augustales». Secondo altre fonti i contadini, durante tali festività, porgevano auguri ai padroni ricevendo da questi una mancia. Cosa ci resta di queste antiche feste romane e della lungimiranza di Augusto? Le vacanze. Per cui godetevele! Buon proseguimento d’estate a tutti!

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Alba Subrizio

Alba Subrizio

«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

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