IL MATTINO
12.07.2015 - 13:10
Una delle strade dissestate dei Monti dauni (Ph Luigi Ruberto)
L'8 luglio scorso, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Foggia Antonio Laronga ha notificato al sindaco Franco Landella un avviso di garanzia accusandolo, ai sensi dell'art. 328, comma 2, del Codice Penale, di aver «omesso di rispondere ad istanze ricevute dal Servizio di vigilanza sull'igiene e la sicurezza dell'amministrazione della giustizia (VISAG) nelle quali gli si chiedeva, in qualità di Sindaco del Comune di Foggia, di comunicare le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale al fine di garantire la sicurezza e la salute dei luoghi di lavoro presso il palazzo di Giustizia di Foggia».
Strategia interessante, per quanto inusuale, quella della magistratura foggiana nel fare appello a responsabilità, anche indirette, della classe politica e dirigenziale per scuotere risposte concrete ai bisogni di una comunità. Che possono risultare ineludibili, come quelle attese dalla comunità dei giudici e degli avvocati che quotidianamente popolano il Tribunale. Che, invece, sono urgenti ed improcastinabili quando rischiano di pregiudicare, per esempio, l'incolumità delle migliaia di studenti che frequentano le scuole di Foggia e provincia sprovviste di agibilità ed elementari condizioni di sicurezza certificate, perché cadono a pezzi; o quando compromettono l'incolumità di centinaia di persone costrette quotidianamente a percorrere le strade pericolosissime, perché dissestate, soprattutto del Subappennino e del Gargano, rendendo peraltro impraticabile ogni aspettativa di attrazione turistica con danni inestimabili per lucro cessante, come direbbero i cultori del diritto civile.
Allora, signor giudice, perché non un bell'avviso di garanzia, sempre per omissione in atti d'ufficio, anche ai dirigenti scolastici, al presidente della Provincia e, su su per la scala delle responsabilità, ai Ministri della Pubblica Istruzione, delle Infrastrutture e dei Trasporti, al capo del Governo Matteo Renzi? Per quanto platonicamente defettibile nel merito (ma "Protagora" docet), nel metodo sarebbe socraticamente auspicabile: accenderebbe, in un sol colpo, tutti i riflettori che contano sulla nostra Capitanata bella e sgarrupata. E Dio solo sa quanto ne abbiamo di bisogno.
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