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I pensieri dell'Altrove

Ma quanti colori hanno le sfumature di grigio della vita!

Ma quanti colori hanno le sfumature di grigio della vita!

Fra il bianco e il nero si mescolano le sfumature di grigio. Forse cinquanta, come è il titolo del libro dell'autrice E.L. James, forse meno. Ma è in questa fascia cromatica che pare indefinita, con poco carattere rispetto ai colori di riferimento, è in questo luogo che sentiamo come zona opaca e spenta che invece si vivacizzano le incertezze, le confusioni, i non so. In senso generale le certezze di chi le ostenta come un manifesto mi sono sempre sembrati tentativi di essere convincenti più e prima di tutto con se stessi, le certezze non sono quasi mai operazioni aritmetiche con risultati rigidi e unici, piuttosto io le immagino come delle posizioni variabili all'interno delle quali, in alcuni casi, si hanno degli effetti convergenti. Ma a me piace di più la conduzione confusa dei pensieri verso un territorio morbido e con confini non numerici ma emozionali e fragili. Mi piacciono i 'non so' perché quasi mai sciolgono dubbi, non spostano di un centimetro le verità assolute, ridimensionano le logiche fredde, accolgono contenuti di vaghezze umane fatte di timidezze, di desideri e di eleganti modestie. Ma i 'non so' devono essere dichiarazioni oneste di autentica ignoranza perché altro sarebbe il 'non so' detto per chiosare bruscamente un discorso, per chiudere una conversazione ancor prima di aprirla o, peggio ancora, un esplicito atteggiamento di indisponibilità. Nel mare magnum delle confusioni e dei non so i progetti futuri sono circoscritti ai soli, e non oltre, sessanta secondi che saranno, non si conoscono le facce della infallibilità, si naviga a vista. C'è un aumento di povertà della felicità, ma c'è una prestazione costante della malinconia stabile che protegge dagli strapiombi assassini del dolore, ci si amalgama alla colla di una nebbia che bivacca senza devastare, ci si riprende con le possibilità e non con le supponenze che a volte sembrano armature pieni di tarli. Penso (confusamente) che  piuttosto che una sofferenza lucida e cruenta sia preferibile il farmaco del non (voler) sapere. Tanto, prima o poi interviene lo smaltimento naturale delle nebbie, e proveremo a rifare i conti alla luce asciutta e tagliente del sole. Così daremo, per un tratto breve, la tregua e la salute che servono a rinforzare i nostri prossimi dubbi sfumati. 

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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