Verrebbe da dire: e ora, se la sbroglino loro, la matassa. E noi, qui, in prima fila, davanti a facce preoccupate e deluse (tranne una) stare a guardare e capire che fine faremo. È finita l'adrenalina della campagna elettorale, finiti i bagni di folla, il masochistico piacere della dialettica cattiva, il piacere sordido delle offese, il compiacimento delle stritolanti strette di mano. Ora c'è l'analisi. E, non si può scappare, c'e la sintesi di una coreografia che porta alle decisioni. Ho trovato un piccolo libro, che ho regalato alla mia adorata nipotina e che l'ha affascinata in modo esagerato. Si intitola 'strega pasticcia'. Una streghetta sfigata, caso singolare, che ha a che fare con i colori, con le forme, con gli animali, ma mescola sbadatamente e ripetutamente le pozioni magiche stravolgendo le originali identità delle cose. Così un cielo diventa giallo, o un gatto diventa viola. Ma strega pasticcia (senno' che strega è?) trova alla fine dei rimedi, rimette in ordine il mondo, restituisce al gatto che rivendica il pelo nero il suo colore e ridipinge il cielo di blu. L'elemento narrativo che attrae la mia nipotina non è tanto il caos, perché quello è simpaticamente e infantilmente rivoluzionario e accattivante, quanto “la magia”. E cioè la riconversione, dopo tanta confusione, dopo tanto pasticcio, appunto, all'idea macroscopica di normalità. Ma questa è una favoletta. Strega Pasticcia ha, seppure scaduti, (vorrei dire 'scacati', scusatemi) dei poteri. Gli uomini eletti con i voti degli italiani, no. Anche se sono chiamati, alla luce dei risultati, a sedersi attorno ad un tavolo e a trovare dei compromessi e delle alleanze. Delle coesioni, delle convergenze. Ma erano, e sono, talmente tutti uguali e monotoni nelle loro finte diversità, che l'elemento inedito sarebbe non praticare una trattativa necessaria ma, per l'appunto, inevitabilmente pasticciata. Non sono una esperta di politica, e neanche la faccio. Ragiono così, per istinto e per partecipazione. Ma oggi sono, alle luce dei numeri, veramente contenta di aver dato il mio voto a quelli che, nelle mega schermate televisive di questi giorni, appaiono nella dicitura 'altri'. In fondo, ho sempre avuto simpatia ed empatia per le minoranze. E adoro strega pasticcia, così out sider, così sbadata, così originale, così pericolosamente fantasiosa. Un po' come la nostra Italia.
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Mariantonietta Ippolito
Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.