Perché un individuo si suicida? È un suo problema o ci sono altri fattori che determinano certi comportamenti estremi? Il degrado dei legami sociali ha diretta influenza sul numero dei suicidi. Emile Durkheim nel 1879 scrive Il Suicidio, opera che appartiene alla storia della sociologia e che oggi, più che mai, rappresenta la chiave per “leggere” l’esplosione di questo fenomeno concomitante il dilagare della crisi economica che attanaglia il nostro paese e in diverse forme l’intero mondo occidentale. Viviamo in una società complessa, strutturata sull’alta divisione del lavoro basato, a sua volta, sull’alta specializzazione che connota ogni specifico ruolo. È una frammentazione tenuta insieme in una morsa funzionalista tra quelle che possono essere considerate monadi interdipendenti che fanno riferimento a piccoli gruppi di individui se non addirittura a singoli individui. Per chiarire, spesso in campo medico ci si rivolge ad un unico specialista, spesso di fama nazionale, affrontando spese e viaggi pur di accedere a ciò che si considera l’unico degno interlocutore, detentore di quel sapere che di fatto connota l’esistenza di una sola eccellenza possibile tra le non alternative. Il passaggio dall’esasperato individualismo al culto dell’individuo diventa la naturale evoluzione in tale contesto relazionale, la peculiarità che contraddistingue quella che Durkheim chiama “solidarietà organica”: tante “solitudini” identificate e interrelate da rapporti di stretta funzionalità. Individualismo etico e interdipendenza funzionale comportano la non sussistenza di un unico sistema di valori, ma nel contempo caratterizzano la capacità di coesione della società moderna. Un assetto sociale segmentario è il risultato della divisione del lavoro, una frammentazione che aumenta all’aumentare della capacità della produzione finalizzata all’aumento della ricchezza e del benessere, una corsa verso la felicità che affoga nel possesso di beni e servizi inutili, spesso imposti e camuffati da presunte convenienze irrinunciabili. Facciamo un esempio pratico: vi siete mai chiesti se davvero, per risparmiare, “conviene” possedere due distinti numeri telefonici, due telefonini di due diverse compagnie telefoniche per risparmiare sulle tariffe? Si tratta di una vera e propria imposizione, oggettivamente: forse sarebbe meglio non averlo il telefonino, ma nessuno se ne accorge! Il risultato è la perdita dell’identità personale, affogata nei falsi miti, denaro e successo che nello schermo televisivo o sul monitor del computer sono facili e ovvi per tutti tranne per te che guardi pensando che il mondo ti ha lasciato indietro: sei l’unico che è fuori: fuori dal lavoro, dagli affetti,dalla corretta percezione del sè, fuori dalla vita in un mondo al contrario dove qualcuno senza avvisarti ha messo il cartello “deceduto” sul tuo posto. Ma quante chiacchiere, la società non c’entra …. o forse no?
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Ambrogio Giordano
Quando si dice la fortuna. Da ragazzo avere una biblioteca a tua disposizione fa la differenza, è possibile far convivere vari mondi: quelli che in te coesistono per cui ti diplomi come perito agrario e hai letto Russell e la sua storia della filosofia, prendi un secondo diploma da geometra mentre studi Wittgestein e finalmente pensi di aver capito abbastanza visto che a Urbino ti hanno laureato dottore in Sociologia con una tesi in logica matematica sul Formulario di Giuseppe Peano. Studiare,ti hanno insegnato, aiuta a capire il mondo che ti circonda,perché smettere? Negli anni in cui sei il tecnico del Verde nella defunta A.M.I.C.A, tra convegni e studi nel settore della pianificazione urbana si possono anche fare due corsi di specializzazione in Progettazione e Gestione Verde Pubblico e Privato e Sistemi di Produzione con Metodi di Lotta Chimica, Biologica ed Integrata e laurearsi in Ingegneria Ambientale. Teoria e pratica allo stesso tempo, ma giusto per completare un Master universitario di II livello in Scienze Criminologiche, rappresentano un ottimo ampliamento della propria conoscenza, che potrebbe, ma non lo è, essere lontano dal completare un percorso nel settore tecnico con una laurea in Ingegneria Civile Infrastutturale ed una successiva in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale.
Oggi faccio l’ingegnere, parlo come un sociologo e mi accorgo,alle volte, che non ho ancora capito un cazzo!