IL MATTINO
SOSTIENE AMILCARE
27.01.2013 - 13:06
Il vero problema , secondo me, è quello della mancanza di organizzazione, comunicazione, e formazione. Andiamo con ordine: mancanza di organizzazione, vuol dire che spesso in tessuti sociali complessi vi sono strutture ospedaliere inadeguate, per carenza di personale, che sottopone tutti gli operatori ad un super lavoro, con notevole accumulo di stress e di ore e giornate lavorative da recuperare. Inevitabile il malcontento che spesso, sfocia in comportamenti censurabili nei confronti delle pazienti che non hanno nessuna colpa. Inoltre una routine complessa disorganizzata, porta inevitabilmente all'errore. Va riconosciuto il lavoro nei reparti di pronto intervento come " lavoro usurante" se qualcuno non ci crede provi a fare da osservatore, nei pronto soccorso o, nelle sale da parto, nelle chirurgie di urgenza, nelle unità coronariche, i soldi mal spesi per compiacere questo o quello, andrebbero destinati alla gestione del personale, che non solo non è adeguato numericamente,ma se non si aggiorna a spese proprie, non riceve dalla struttura alcun fattivo aiuto.
Infine la comunicazione, che non è solo il celebrarsi, su manifesti e siti web, ma una vera propria scienza sociale, che nella sanità è diventata indispensabile.
Comunicare in maniera corretta significa ridurre i contenziosi legali di oltre il 50%. Tra le cose da insegnare ai medici vi è l' ammissione dell'errore. Non ancora è chiaro, che solo così si ridà prestigio ad una professione che espone a successi , ma anche a mortificazioni, a volte eccessive. Ci si accanisce contro l errore del medico, sempre e spesso senza motivo. Ammettere di aver sbagliato non significa ammettere di essere inidonei, ma ,al contrario molto, molto professionali.
Fulvio Gherli, importante medico bolognese del settecento ha scritto: "L’avvocato non sempre convince, né il medico può sempre far guarire." Saggio non vi pare?
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