IL MATTINO
L'operazione
20.06.2024 - 15:03
Circa 80 gli uomini impiegati a Cerignola nella fase esecutiva, appartenenti alla Squadra mobile di Foggia e ad altre Squadre mobili messe a disposizione dal servizio centrale operativo della direzione centrale Anticrimine del dipartimento della Pubblica sicurezza, al commissariato di polizia di Cerignola, ai reparti Prevenzione Crimine, alla polizia scientifica e ai cinofili della polizia di Stato.
Avrebbero fabbricato ordigni esplosivi parificabili ad armi da guerra vista la portata offensiva distruttiva. Questi manufatti artigianali, definiti "marmotte", caricati all'estremità con materiale esplosivo, sarebbero stati utilizzati per commettere una serie di furti agli sportelli postamat e bancomat. La banda, di otto persone, è stata catturata oggi dalla polizia, che ha eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla procura di Foggia. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati agli sportelli postamat e bancomat, di rapine e furti in danno di esercizi commerciali, di detenzione di armi e fabbricazione di armi. Circa 80 gli uomini impiegati a Cerignola nella fase esecutiva, appartenenti alla Squadra mobile di Foggia e ad altre Squadre mobili messe a disposizione dal servizio centrale operativo della direzione centrale Anticrimine del dipartimento della Pubblica sicurezza, al commissariato di polizia di Cerignola, ai reparti Prevenzione Crimine, alla polizia scientifica e ai cinofili della polizia di Stato. L'attività d'indagine, avviata a fabbraio, è partita dopo la commissione di alcune rapine eseguite con l'utilizzo di armi, che "destavano forte allarme sociale nella comunità cerignolana" e "provocavano notevoli danni a diversi esercizi commerciali", evidenzia una nota. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di individuare i componenti del gruppo, che avrebbero messo a segno i furti agli sportelli automatici di aziende di credito non solo nella provincia di Foggia ma anche in altre località di Basilicata, Campania e Abruzzo. Gli indagati - questo il modus operandi della banda - prima di agire studiavano attentamente le aree di interesse, i percorsi da seguire, le vie di fuga e il posizionamento delle telecamere di videosorveglianza. Gli stessi, secondo quanto emerso, utilizzavano delle auto potenti e veloci, spesso provento di furto o noleggiate, per fuggire nel più breve tempo possibile dal luogo del raid. I beni sottratti all'interno degli esercizi commerciali, in particolare gratta e vinci e tabacchi, venivano rivenduti. Per quanto concerne i furti agli sportelli bancomat, invece, le indagini hanno permesso di ricostruire come i soggetti, con il volto travisato e armati, utilizzassero gli ordigni esplosivi artigianali (le cosiddette marmotte) per accedere al deposito di denaro, provocando anche ingenti danni agli edifici. Dopo essersi impossessati del denaro, per non essere raggiunti dalle forze di polizia, gli indagati avrebbero utilizzato bande chiodate che gettavano a terra, "mettendo a repentaglio l'incolumità dei poliziotti che li avrebbero dovuti inseguire", viene evidenziato. Durante l'attività di indagine sono stati sequestrati diversi ordigni rudimentali, parrucche, arnesi da scasso, e circa 11 chili di esplosivo. Le auto provento di furto sono state recuperate e riconsegnate ai legittimi proprietari.
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