IL MATTINO
Il caso
01.05.2018 - 12:01
Quel «popolo genuino e vero» è lo stesso rappresentato dagli organizzatori della corsa dei buoi che ieri hanno lanciato pietre contro il neo presidente del Molise, Donato Toma, sui luoghi della manifestazione vietata dal Prefetto di Campobasso. E poi c'è il dramma del sindaco del paese Caravatta che, contravvenendo al divieto del Prefetto, ordina la manifestazione che viene comunque bloccata dai carabinieri.
Che ci possa scappare il morto, come è accaduto a Chieuti, poco importa: al vescovo di Termoli-Larino, Gianfranco De Luca, interessa esprime la sua «solidarietà e vicinanza a un popolo che viene toccato in un profondo sentimento e resta turbato da un provvedimento che mortifica un'intera comunità così legata alle proprie tradizioni e al senso di appartenenza a un territorio. Sento di condividere questo momento di sofferenza comunitaria», verso «unpopolo genuino e vero che vuole condividere queste manifestazioni con responsabilità e consapevolezza». Così l'alto prelato critica il provvedimento con cui il Prefetto di Campobasso ha vietato lo svolgimento della corsa dei buoi a San Martino in Pensilis, dopo la tragedia di Chieuti. Insomma, al monsignore della sofferenza degli animali e dei rischi che la tribale corsa dei buoi comporta per l'incolumità della gente non frega nulla. Sta, invece, dalla parte di quel «popolo genuino e vero» rappresentato dagli organizzatori della corsa dei buoi che ieri hanno lanciato pietre contro il neo presidente del Molise, Donato Toma, sui luoghi della manifestazione vietata dal Prefetto di Campobasso, come mostra il video di Molise Web che vi riproponiamo. E poi c'è il dramma del sindaco del paese Caravatta che, contravvenendo al divieto del Prefetto, ordina la manifestazione che viene comunque bloccata dai carabinieri. Ma questa è un'altra storia.
Al vescovo risponde, invece, il portavoce della campagna contro le Carresi, del Comitato Europeo Difesa Animali Onlus, Francesco Fotiguerra. «Se bastasse la lunga tradizione a giustificare tutto - afferma in una dichiarazione riportata da "Molise doc" -, allora dovremmo accettare le spose bambine e i matrimoni combinati che in diverse aree del mondo sono "tradizioni" millenarie. Le tradizioni che si basano sulla sofferenza altrui, umana o non umana, vanno superate. Nella nostra campagna internazionale in cui mostreremo quello che sono realmente le Carresi per gli animali coinvolti, dovremo anche sottolineare il forte coinvolgimento della Chiesa cattolica a sostegno delle stesse. Emblematiche le parole riportate da don Nicola di San Martino in Pensilis che parla di "pugnalata al cuore della città" e dice che "non si apprende, si sanguina, si subisce". Ebbene, noi mostreremo quanto sanguinano i buoi pungolati in queste feste e mostreremo le evidenze dei maltrattamenti subiti e riscontrati dalla magistratura in passato. Se la chiesa non rinnegherà ufficialmente questo genere di manifestazioni, le ricadrà addosso una vergogna internazionale»
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