IL MATTINO
Il fatto di attualità
01.06.2022 - 14:51
Le strategie operative dei docenti della scuola, i docenti sia di sostegno che curriculari sono tutti formati all’inclusione,” sono mirate, invece, alla più proficua accettazione dei limiti, con attività poste in essere per superarli il più possibile ma, e soprattutto, al potenziamento delle abilità e delle capacità in cui tali alunni eccellono.
Si legge in questi giorni su alcune testate on line la storia di un ragazzino autistico secondo il tribunale discriminato nell’Istituto Comprensivo Parisi De Sanctis da lui frequentato dalla scuola dell’infanzia al termine della scuola secondaria di primo grado. Quello che ci spinge a chiedere di esaminare entrambi i punti di vista è soprattutto il pullulare di commenti molto sgradevoli sui social riguardo la scuola, il dirigente e i docenti ed educatori poiché, e ce ne sono le prove, al di là di quanto stabilito dal TAR (sentenza di cui prendiamo atto e rispettiamo), tutto il personale di questo Istituto, dal DS al personale ATA, ha una particolare attenzione nei confronti degli alunni con BES e degli alunni svantaggiati in generale, una tale attenzione che ha posto la scuola in condizione di perdere gli alunni normodotati le cui famiglie ritengono di non poter condividere questa importante opera di inclusione. Questo alunno in particolare è sempre stato seguito con attenzione e che è pur vero che nei primi due anni è stato richiesto un orario ridotto (concordato secondo la normativa, con il GLO e la famiglia) ma nell’ambito di una sezione a tempo pieno fino alle 16,30 pertanto frequentava il numero di ore del tempo normale. E che ciò è stato richiesto perché il bambino, insofferente al tempo pieno, scappava e chiedeva della mamma mettendo a rischio la sua incolumità e il diritto allo studio degli altri alunni. Dalla classe terza ha frequentato con regolarità il tempo pieno uscendo alle 16,30. Gli educatori sono troppo spesso oggetto di insulti e rappresaglie e non ci si rende conto di quanto sia delicata la loro funzione, garantire l’inclusione, cosa che alla Parisi De Sanctis si fa in modo non solo serio ma oserei dire “affettuoso” poiché l’intera comunità scolastica si prende cura e cerca di favorire l’integrazione degli alunni BES dall’infanzia alla media e, nello stesso tempo, garantire la sicurezza e il diritto allo studio di tutti gli iscritti. E lo testimoniano i 73 alunni BES (di cui 12 stranieri) che usufruiscono della L. 104 nella scuola, le cui famiglie testimoniano fiducia e gratitudine a tutto il personale scolastico. Una scuola che accoglie 130 alunni stranieri integrandoli da tutti i punti di vista non può essere certo definita non inclusiva!
Ritorniamo al caso specifico, l’alunno nel corso della scuola primaria ha frequentato tutte le attività proposte insieme ai suoi compagni, si cita per uno, il corso di scrittura creativa previsto dal Progetto continuità durante il quale, in mancanza di docenti di sostegno, fu nominata una docente curriculare della scuola media per seguirlo in modo individualizzato e fare in modo che l’alunno potesse svolgere tutte le attività insieme ai suoi compagni.vi è documentazione fotografica a testimoniarlo). I test selettivi per il corso musicale sono proposti a tutti gli alunni che lo richiedano e il ragazzino ha partecipato ai test, il fatto che non li abbia superati, insieme a tanti altri alunni, non sembra certo discriminatorio. Lo sarebbe stato se non fosse stato ammesso ai test. Sembra strano che la famiglia, nonostante tutta questa pretesa discriminazione, abbia deciso di far proseguire gli studi al figlio nella stessa scuola anche nella scuola media! Nei tre anni di scuola media il ragazzino si è integrato perfettamente nel gruppo classe ed ha svolto ogni attività proposta insieme ai compagni. Lo testimoniano anche le foto della visita guidata per il Progetto Etwinning o in altre circostanze. In un momento delicato dal punto di vista educativo come quello attuale, un momento in cui vediamo i ragazzini sempre più abbandonati a sé stessi, i genitori assumere atteggiamenti difensivi esagerati e deleteri nei confronti dei figli, è facile colpire la scuola senza ascoltarne la voce! Sarebbe necessario ascoltare anche il personale dell’equipe socio psicologica che segue gli alunni BES per comprendere quanta dedizione e quanto lavoro, quanta attenzione ai particolari ci sia da parte di tutto il personale scolastico per favorire contemporaneamente l’inclusione e il diritto allo studio degli uni e degli altri. Quello che ha ferito la comunità scolastica dell’I.C. Parisi De Sanctis non è la sentenza del Tar o il risarcimento di 6000 €, quanto piuttosto il desiderio di dare pubblicità negativa ad una scuola che, tra mille difficoltà, ha favorito un processo di inclusione di centinaia di alunni BES e stranieri. La percentuale delle famiglie “scontente” negli ultimi dieci anni è minore del 5%. E, diciamolo senza ipocrisia, questa scontentezza dipende spesso dalla non accettazione dei dolorosi inevitabili e obiettivi limiti causati dalla diversabilità dei figli. Le strategie operative dei docenti della scuola, i docenti sia di sostegno che curriculari sono tutti formati all’inclusione,” sono mirate, invece, alla più proficua accettazione dei limiti, con attività poste in essere per superarli il più possibile ma, e soprattutto, al potenziamento delle abilità e delle capacità in cui tali alunni eccellono. Non serve infatti, focalizzarsi talvolta su limiti insormontabili facendo finta di non vederli quanto far emergere quelle potenzialità positive che ogni bambino possiede. Comprendiamo che questo può risultare difficile da accettare ma essere accusati di insensibilità ed incompetenza, no, non ci stiamo!
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