IL MATTINO
Tv e polemiche
05.01.2018 - 19:45
Carmine Castoro a Otto e Mezzo
«Se togliamo al dolore la filiera delle cause, della storia, della memoria, delle responsabilità e delle soluzioni, abbiamo di fronte a noi un cinico trastullo, al quale si dedicano con grande profitto tante trasmissioni televisive e tanti conduttori. Questo nel tempo è diventato inconcludente e ignobile», dice Castoro in trasmissione dichiarando che, per questo, la D'Urso fa più paura dell'Isis.
La frase di Carmine Castoro scatena l'Italia del gossip, divisa tra coloro che difendono la conduttrice Mediaset e coloro che, invece, danno ragione al giornalista foggiano presentato in trasmissione come filosofo della comunicazione.
«Siamo di fronte a tempi non solo di povertà economica, ma anche di grande miseria simbolica - dice Castoro -. Questo è il grande vulnus. E’ il caso di tutte quelle trasmissioni che, invece di rappresentare in maniera complessa il male, ce ne danno una fiaba distorta, una misperception. Ci sono due polarità: da un lato, c’è il massimo del sangue, della guerra, dell’odio, rappresentati dall’Isis e dall’esportazione del terrorismo nelle nostre città. E c’è soprattutto una trasformazione progressiva della società in una fabbrica di odio, di violenza, di morte. Dall’altro lato, abbiamo questa finzionalizzazione e futilizzazione del dolore, che ci porta a quello che diceva Pierre Bourdieu negli anni ’90: le tragedie senza legami. Se togliamo al dolore la filiera delle cause, della storia, della memoria, delle responsabilità e delle soluzioni, abbiamo di fronte a noi un cinico trastullo, al quale si dedicano con grande profitto tante trasmissioni televisive e tanti conduttori. Questo nel tempo è diventato inconcludente e ignobile»
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