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Oggi è al vertice della "Joint Air Task Force” dell’Aeronautica

Da Amendola ad Herat, il volo dei ricordi del colonnello Agresti

A Foggia comandava il 32° Stormo della base militare

Da Amendola ad Herat, il volo dei ricordi del colonnello Agresti

Il colonnello Francesco Saverio Agresti

“E’ difficile comprendere l’Afghanistan per chi è a casa. Questo teatro operativo riesce a tirar fuori quella dose di extracoraggio, la vera qualità morale che ogni militare dovrebbe avere. Qui sto incontrando l’espressione di una bella Italia. Sto riacquistando la fiducia nel nostro popolo perché sto conoscendo uomini capaci di esprimere coraggio, serietà e senso di responsabilità, tutti ingrediente che l’italiano medio dovrebbe tirar fuori per superare questo momento difficile che sta attraversando il nostro paese”
“E’ stata una esperienza indimenticabile che mi ha arricchito umanamente e professionalmente. Ho stabilito un rapporto molto forte con la vostra realtà territoriale”. C’è un pezzetto di Foggia anche qui nella base militare di Camp Arena ad Herat. Parola del colonnello Francesco Saverio Agresti che dal 2007 al 2009 ha comandato il 32^ Stormo Amendola, base militare a pochi chilometri dal capoluogo dauno. In Afghanistan, invece, è al vertice della “Joint Air Task Force” dell’Aeronautica. “E’ difficile comprendere l’Afghanistan per chi è a casa. Questo teatro operativo riesce a tirar fuori quella dose di extracoraggio, la vera qualità morale che ogni militare dovrebbe avere. Quattro i  componenti di voli presenti a Camp Arena: i più noti “Predator” e “AMX” che hanno funzione di controllo e monitoraggio territoriale lì dove opera la coalizione; i C130 indispensabili (in questo territorio dove non esistono collegamenti ferroviari, men che meno quelli stradali, ndr) per il trasporto di materiale di consumo, generali alimentari e naturalmente personale militare da una base avanzata all’altra. Ed in fine gli EC-27 Jedi, più comunemente noti come gli assetti da guerra elettronici, che hanno il compito di “disturbare” le comunicazioni nemiche. “Non solo questo tipo di velivolo riesce ad inibire anche il funzionamento “ED” ovvero gli ordigni improvvisati, quelli che vengono attivati attraverso un comune radiocomando ed utilizzati negli attentati dinamitardi nemici. Inoltre gli EC-27 Jedi – ci spiega il colonnello Agresti – assumono un ruolo fondamentale in vista delle imminenti elezioni politiche afghane. Infatti riescono a lanciare nell’etere veri e propri messaggi informativi perché agganciano le frequenza dei network radiofonici locali. Sono dei veri e propri volantini – precisa Agresti.  In questo modo riusciamo  a creare un diretto contatto con la popolazione locale. “Qui l’Afghanistan l’attenzione è sempre alta. I militari del contingente italiano non abbassano mai la guardia. “E’ fondamentale  conoscere i propri limiti e farne tesoro – precisa il Comandante della Join Air Task Force Aeronautica – perché solo così si riesce a dare il massimo. Sono piacevolmente sorpreso dalla fattiva integrazione interforze. L’eccezionale operatività di questo teatro, lo stato di necessità ci impone di cercare un effetto sinergico con le altre forze militari così da riuscire, senza troppe difficoltà, a superare i mille ostacoli della quotidianità. E’ l’unicità di intendi che ci accomuna e che ci permette di fare squadra. Qui in Afghanistan sto incontrando l’espressione di una bella Italia. Sto riacquistando la fiducia nel nostro popolo perché sto conoscendo uomini capaci di esprimere coraggio, serietà e senso di responsabilità, tutti ingrediente che l’italiano medio dovrebbe tirar fuori per superare questo momento difficile che sta attraversando il nostro paese” – chiosa Agresti.

 

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