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Don Uva, persi nell’Universo: possibile che nessuno sapesse nulla?

Quanto di imperdonabile accadeva al “Don Uva” di Foggia, nel vergognoso disprezzo della dignità umana dei pazienti ricoverati, andava avanti da mesi. Possibile che nella catena di comando della struttura sanitaria nessuno sapesse nulla?

Don Uva, persi nell’Universo: possibile che nessuno sapesse nulla?

E' raggelante lo smarrimento che si prova nel realizzare che in quella preziosa struttura rimessa a nuovo a traballare siano proprio le fondamenta del controllo sociale, in cui non c’è nessuno che possa neppure sospettare di ciò che gli accade intorno, nel luogo di lavoro in cui trascorre buona parte della sua giornata. Proprio laddove l’umanità sofferente è maggiormente bisognosa di attenzioni.     

Quanto di imperdonabile accadeva al “Don Uva” di Foggia, nel vergognoso disprezzo della dignità umana dei pazienti ricoverati, andava avanti da mesi. Da alcune intercettazioni telefoniche, è emerso che un operatore sanitario avesse avuto rapporti sessuali con due pazienti incapaci di intendere e volere, il 6 luglio 2022 sono state autorizzate le intercettazioni ambientali e sono state nascoste 13 telecamere per scoprire i misfatti. E’, quindi, lecito chiedersi: possibile che nella catena di comando della struttura sanitaria nessuno sapesse nulla?

Sia ben chiaro: i vertici della residenza socio-sanitaria non risultano indagati. Ma, tra la cima e la fogna – o la “stalla”, per usare l’espressione di uno dei carnefici intercettati – a cui venivano destinati, quotidianamente, quei 25 pazienti indifesi, afferrati per capelli, chiusi a chiave nelle stanze, in alcuni casi costretti a rapporti sessuali tra loro, umiliati e molestati, possibile che ci fosse un vuoto? Non un capo reparto, un medico, che avesse a che fare con i 30 indagati (non uno e due, ma trenta) per gli abusi vomitevoli di cui sono accusati e, quindi, potesse accorgersi di quanto stesse accadendo? Perché se così è, cioè se le violenze, definite dalla giudice Marialuisa Bencivenga agghiaccianti, si verificavano inavvertitamente, allora il problema è strutturalmente serio e riguarda l’affidabilità della gestione della struttura sanitaria. Ciò che le indagini hanno portato a galla è una melma stomachevole risaputamente diffusa prima dell’avvento della nuova proprietà del “Don Uva”, cioè Universo Salute, del Gruppo Telesforo che nel settore vanta un’esperienza indiscutibile, ben accolta nel rilanciare le strutture sanitarie di Foggia e Potenza e farne un fiore all’occhiello. I fatti scioccanti emersi oggi, accuratamente ricostruiti dall’inchiesta della magistratura foggiana, ci fanno, invece, sentire persi anche in questo Universo, per lo smarrimento che si prova nel realizzare che in quella preziosa struttura rimessa a nuovo a traballare siano proprio le fondamenta del controllo sociale, in cui non c’è nessuno che possa neppure sospettare di ciò che gli accade intorno, nel luogo di lavoro in cui trascorre buona parte della sua giornata. Proprio laddove l’umanità sofferente è maggiormente bisognosa di attenzioni.     

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