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La Procura di Bergamo vuol vederci chiaro sul fu avvocato del popolo e l'autore de 'Perchè Guariremo'

La 'zona rossa' in Val Seriana e ad Alzano Lombardo e Nembro a fine febbraio 2020 e l'attuazione del piano pandemico - sebbene non aggiornato e tremendamente obsoleto - avrebbe risparmiato la vita a oltre 4mila persone e si sarebbe evitata "la diffusione incontrollata" del virus. Dopo tre anni la Procura di Bergamo chiude la 'madre' di tutte le inchieste giudiziarie sul Covid

Inchiesta di Bergamo, tremano Speranza e Conte. È pronta la super perizia di Crisanti: «Un documento per restituire agli italiani la storia di quei mesi»

Conte e Speranza

Novantanove le persone offese - parenti delle vittime - 19 gli indagati con tutti i nomi-chiave della gestione pandemica: gli ex presidente del consiglio e ministro della Sanità, Giuseppe Conte e Roberto Speranza (per i quali si procede separatamente davanti al tribunale dei Ministri), il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, l'allora assessore Giulio Gallera, i membri del Comitato tecnico scientifico (Cts), gli allora vertici di protezione civile, sanità italiana, lombarda e bergamasca. Sono accusati a vario titolo di epidemia colposa, omicidio colposo, abuso e rifiuto d'atti d'ufficio, falso ideologico e materiale, lesioni. Per il procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, l'aggiunto Maria Cristina Rota e i sostituti procuratori Emma Vittorio, Guido Schinina, Paolo Mandurino e Silvia Marchina, che hanno coordinato l'indagine della Guardia di Finanza, quello che è accaduto è un lungo elenco di omissioni, sottovalutazioni, falsità incrociate

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