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Abruzzo, Basilicata e Umbria: il non edificante podio per le opposizioni alla donazione di organi

Peggio dell'Abruzzo, con il 51,5 per cento dei familiari che si oppongono alla donazione fanno solo l'Umbria (65 per cento) e Basilicata (54,4 per cento). "Forse non salverò il mondo. Una vita si", recitava una celebre campagna di sensibilizzazione condotta nel 2014 dal ministero della Salute

Abruzzo, Basilicata e Umbria: il non edificante podio per le opposizioni alla donazione di organi

"Guardando la mappa sulle opposizioni - afferma Daniela Maccarone, del Centro Regionale per i Trapianti in Abruzzo - è evidente che aumentano scendendo di latitudine". Il dato dipende dalla fiducia verso la sanità pubblica perche' "chiaramente in Lombardia e Veneto non ci sono solo lombardi e veneti, ma anche persone originarie del sud". Un altro elemento significativo emerge dal confronto tra il 2022 e il 2021, quando le opposizioni erano in percentuale molto inferiore. "Durante il Covid", rimarca Maccarone, "i medici erano considerati degli eroi, e questa diversa percezione spiega il maggiore favore verso le donazioni". I numeri dell'Iss: nel 2022 i trapianti in Italia sono aumentati del 2 per cento rispetto all'anno precedente, ma a fronte di un numero complessivo di 3.887 pazienti che hanno visto accolta la loro domanda lo scorso anno, si contrappone ancora una lista di attesa che, nello stesso periodo, è stata di oltre 8 mila pazienti. Sempre nel 2022, negli ospedali del nostro Paese, si è registrato un tasso medio di opposizione alla donazione di organi del 28 per cento. Due dati, questi, che confermano quanto ci sia ancora da fare in Italia riguardo a donazione e trapianto organi, tessuti e cellule. "È indispensabile che Parlamento e Governo operino in sintonia e con celerità per assicurare all'Italia un più efficace quadro normativo e gestionale per questa sensibile e importante materia. Questo Paese non può permettersi di avere un numero così elevato di pazienti in attesa per un trapianto d'organo, né che l'orientamento della popolazione rispetto alla donazione d'organo non sia espressione di una cultura dominante, visto che solo 14,5 milioni di persone hanno depositato la propria dichiarazione di volontà. L'Italia, in questo ambito sanitario, è fondamentale disponga di un nuovo paradigma gestionale ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, che consenta procedure più rapide, l'adozione di metodologie e soluzioni tecnologiche innovative, oltre che di adeguate dotazioni professionali ed economiche". Così, la biologa e senatrice del M5s, Elisa Pirro, ha spiegato le ragioni che l'hanno indotta a promuovere la costituzione dell'Intergruppo Parlamentare Donazione e Trapianto Organi, Tessuti e Cellule. Si tratta di uno dei primi aspetti cui l'Intergruppo Parlamentare dovrà dedicare attenzione unitamente all'aggiornamento, in alcune parti, della Legge N°91/99 istitutrice del Centro nazionale trapianti (Cnt), organismo la cui centralità è e resta fondamentale

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