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Brucellosi nel Casertano, prosegue la protesta degli allevatori che chiedono la testa di Speranza

Oltre 120mila bufale abbattute per un sospetto in virtù del principio di precauzione, senza che sia stato in alcun modo preso in considerazione l'altro principio del benessere animale. Al sesto giorno di sciopero della fame, gli allevatori bufalini casertani riuniti nel coordinamento unitario si rivolgono direttamente al ministro della Salute Roberto Speranza, che qualche giorno fa in Parlamento ha affermato che le bufale positive alla brucellosi e alla tbc vanno abbattute senza se e senza ma

Brucellosi nel Casertano, prosegue la protesta degli allevatori che chiedono la testa di Speranza

Roberto Speranza

«In passato, la rigorosa applicazione delle misure sanitarie del programma di eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bufalina, nei territori di Avellino, Benevento e Napoli, ha consentito di conseguire lo status di ‘provincie indenni per brucellosi bovina e bufalina’, deliberato dalla Commissione europea con decisione 385 del 2021. Mentre, nella sola provincia di Caserta, dobbiamo ancora concentrare i nostri sforzi di contrasto dell’epidemia». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo scorso 18 maggiuo rispondendo alla interrogazione del deputato Carlo Sarro di Forza Italia, sull’emergenza epidemica in corso negli allevamenti di bovini e bufali della provincia di Caserta. «Al fine di valutare ogni iniziativa utile al superamento della situazione epidemica in atto, in particolare nella provincia di Caserta – ha ricordato Speranza – durante i lavori preparatori del nuovo Piano regionale sono state indette riunioni istituzionali alla presenza anche delle associazioni di categoria». «Su questo Speranza ha ragione, ma chi stabilisce chi sono gli animali positivi, visto che c'è un regolamento comunitario che parla di mettere insieme vari mezzi di prova e soprattutto di isolare l'agente patogeno per certificare la presenza della malattia e decidere di abbattere il capo, mentre in Campania accade il contrario, con animali abbattuti sulla base di un sospetto non verificato, che si scopre poi negativi da analisi post mortem» spiega nel corso di una conferenza stampa al centro don Milani di Casal di Principe, cuore della protesta, il portavoce del coordinamento Gianni Fabbris, promotore dello sciopero della fame che sta facendo di persona affiancato ogni 24 ore da un «compagno» diverso; ieri è stato Francesco Geremia, segretario generale di Cna (Confederazione nazionale artigianato) Campania Nord, oggi presente a fianco a Fabbris; da stasera sarà l'ex direttore del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop Antonio Lucisano ad affiancare Fabbris. «I dati che la Procura di Santa Maria Capua Vetere è riuscita ad ottenere dall'Asl - prosegue Fabbris - dicono che nel 2019 sono stati abbattuti per Tbc (tubercolosi) bufalina 10455 animali, e di questi solo 95 sono risultati positivi con analisi post mortem (obbligatorie per tutti i capi in caso di Tbc), nel 2020 invece, su 8187 abbattimenti solo 30 capi è stato isolato agente patogeno Tbc; per la brucellosi ci sono cifre simili. Da mesi ormai il Consiglio di Stato sta dando ragione agli allevatori bloccando gli abbattimenti, proprio perché richiede analisi più attendibili, e soprattutto richiede che vengano contemperati i due principi in gioco, quello di precauzione e il benessere animale. Peraltro il rischio per la salute umana non esiste - sottolinea Fabbris - visto che tali batteri muoiono quando il latte viene scaldato, per cui

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