IL MATTINO
La scomparsa di Emanuela Orlandi
09.01.2024 - 15:18
In diverse circostanze Pietro Orlandi ha dato indicazioni su quali piste seguire, per esempio quella dei servizi segreti, appunto, l’organo statale tra i più importanti per la sicurezza di una Nazione. Il Senato ha finalmente dato il suo consenso all’istituzione della Commissione parlamentare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori il 9 novembre 2023.
Precedentemente, durante una trasmissione “DiMartedì” su La7, Pietro Orlandi rispondendo alle domande di Floris ha ribadito che la verità debba essere ricercata in particolare nei rapporti tra Stato e Vaticano, e bisogna capire il ruolo dei servizi segreti.
Come riporta G. Imperiale in “Il Tempo.it” il 15-11’23, Pietro Orlandi spiega che gli enigmi del caso sono in alcuni faldoni scomparsi: “I faldoni del Sismi, perché il Sismi ha seguito questa storia nei rapporti coi servizi segreti stranieri che sono entrati i questa vicenda: dallo Sdece (servizi segreti francesi), alla Stasi (servizi segreti della Germania sovietica), il Gru (Servizi segreti sovietici). Questi hanno avuto rapporti con Sismi e sono situazioni poco chiare che non sono state mai approfondite”.
Nei servizi segreti possono esserci persone con ruoli chiave, ma che fin ora hanno tenuto nascoste le informazioni. Si evince anche da diverse vicende italiane, le cui trame nascoste sono venute fuori proprio grazie alle inchieste parlamentari, incisive di natura propria. Questo anche per rispondere ad alcuni politici, come il senatore Pier Ferdinando Casini. Mentre tutta l’Italia attende insieme alle due famiglie da quarant’anni che si faccia chiarezza, il novembre scorso Casini in aula affermava energicamente: “Esprimo una contrarietà di fondo all’uso improprio che questo Parlamento da tempo sta facendo sulla costituzione di tutte le commissioni d’inchiesta”. E ancora: “Voi pensate realisticamente che il Parlamento possa apportare delle novità sconvolgenti rispetto ad indagini giudiziarie che durano e che sono state per altro oggi rilanciate dall’autorità giudiziaria? Noi suppliamo a tutto questo con un errore oggi che si moltiplicherà domani ad un altro errore. Allora io voglio dire con chiarezza che io voterò contro l’istituzione di queste commissioni d’inchiesta o non parteciperò al voto, perché ritengo che noi stiamo mettendo un’altra pietra nella delegittimazione dell’istituzione parlamentare. Il Parlamento, con queste commissioni d’inchiesta, non sarà più forte, registrerà solo le sue debolezze, perché sarà permeabile alle strumentalizzazioni politiche”.
Abbiamo chiesto direttamente a Pietro Orlandi per telefono a che punto sia l’inchiesta parlamentare, il quale ci ha spiegato la prassi in merito: “L’inchiesta parlamentare è stata approvata positivamente dopo la Camera anche al Senato, quindi è diventata legge. Solo che si deve costituire, e da novembre ancora... Io mi auguro entro gennaio perché bisogna aspettare che tutti i partiti presentino ai presidenti di Camera e Senato i nominativi delle persone che dovrebbero far parte della Commissione e a quel puntano convocano i quaranta tra Camera e Senato, venti per ognuno, eleggono il presidente della Commissione ed entro dieci giorni iniziano i lavori. Io spero che entro gennaio tutti i partiti presentino i nomi. Il problema è che non hanno limiti di tempo. La paura è che finché non presentano i nominativi non può partire, questa è la prassi. Niente, vediamo cosa succede entro gennaio, mi hanno detto che forse entro gennaio riescono a farli passare tutti, vediamo”.
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