IL MATTINO
il rapporto
16.10.2023 - 16:01
Oltre un comune su tre in Campania (36%) e Sicilia (35%). Le altre quattro Regioni in cui il fenomeno ha assunto un certo rilievo sono la Puglia (28%), il Molise (24 %) la Basilicata (23 %) e il Lazio (21 per cento)
Va alle regioni del sud, con Calabria, Campania e Sicilia in testa, il record degli squilibri finanziari per i conti delle casse comunali. A metterlo in evidenza il “Rapporto sui comuni italiani” dell’Università Cà Foscari giunto alla sesta edizione, anticipato oggi e che verrà presentato giovedì nel corso del Festival della Statistica e della Demografia a Treviso. Dal 1° gennaio al 31 dicembre hanno deliberato la dichiarazione di dissesto o attivato una procedura di riequilibrio finanziario pluriennale 70 Comuni (44 nuovi riequilibri e 26 nuovi dissesti). Me se il valore medio nazionale è del 12 per cento, quel che emerge è una netta frattura tra Nord e Sud, con tre Regioni del Meridione a far registrare la maggior parte dei casi. In Calabria oltre un Comune su due (51%) ha attivato una delle due procedure. Oltre un comune su tre in Campania (36%) e Sicilia (35%). Le altre quattro Regioni in cui il fenomeno ha assunto un certo rilievo sono la Puglia (28%), il Molise (24 %) la Basilicata (23 %) e il Lazio (21 per cento). Le procedure attivate dal 1989 (anno di istituzione del dissesto finanziario), e dal 2012, (anno di introduzione della procedura di riequilibrio) sono state, al 31 dicembre 2022, 1.243 (732 dissesti e 511 riequilibri), corrispondenti a 931 comuni. Con alcune amministrazioni che più volte si sono trovate in disequilibrio finanziario. “Si conferma la forte connotazione territoriale, con una prevalenza del fenomeno nel Mezzogiorno – si legge ancora nel rapporto – e mentre il numero dei piccoli comuni coinvolti prevale in valore assoluto, la maggiore incidenza della criticità finanziaria è in quelli più grandi”.
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