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Reportage/12

Viaggio lungo le coste della Campania e della Grande Lucania e del loro sogno del mare d'inverno. Sorrento e l'essenza della Penisola

Viaggio lungo le coste della Campania e della Grande Lucania e del loro sogno del mare d'inverno. Sorrento e l'essenza della Penisola

Sorrento

«Passando fra i vigneti, boschi di ulivi, giardini di aranci, limoni, e frutteti; tra masse di rocce, che sembrano ammucchiate le une su le altre e gole coperte di verde, fra colle e monte; costeggiando la base di alture bianche di neve; attraversando cittadine dove vedevamo alle porte delle abitazioni bellissime donne coi capelli neri, e rasentando splendide residenze estive… arrivammo a Sorrento, dove il Tasso trovò ispirazioni nelle bellezze di cui è circondato il paese. »
A scrivere così di Sorrento è Charles Dickens, un viaggiatore da Grand Tour, e come tale un viaggiatore che dei luoghi attraversati sapeva e voleva sapere ancora di più per condensare, attraverso i sensi, ciò che conosceva, come tutti quelli che da secoli praticano "la religione" del Grand Tour, e cioè del viaggio come fonte di conoscenza e di accrescimento culturale.
In queste poche righe di Dickens c’è tutta Sorrento, la sua essenza, essenza che è terrena ed è fatta di roccia, di profumi, un’essenza che la rende diversa da qualsiasi altro luogo della Campania, mettendola al centro di tutta la Penisola, Penisola che prende il suo nome, e che intorno a Sorrento ruota.

Sorrento: il centro del mondo

Se chiedete ad un sedicenne sorrentino cos’è Sorrento vi risponderà che Sorrento è tutto, e che a Sorrento c'è tutto, al punto che gli altri paesi della Penisola confluiscono a Sorrento proprio per questa ragione. Eppure ogni singolo posto della Penisola, da Meta a Punta Campanella, viene frequentato per la propria specificità, e perché ognuno di questi posti raggruppa parti di Campania ma sempre sotto forma di essenza, solo che Sorrento è il centro del mondo, di quello globalizzato e di quello passato che va per effluvi, come cani da tartufi .
Perché accade?
Accade perché Sorrento è la provincia che accoglie e unifica, quella provincia italiana verso cui tendere e che senza dovere fare guerre ha, naturalmente, il suo affaccio sul mare.
Il mare di Sorrento e della Penisola è quindi il mare di tutto l'anno, perché Sorrento da città di provincia lavora per sé e per i suoi abitanti per l'eternità e l'eternità non è conosce stagioni, e che riesce a contenere gli sguardi e i viaggiatori "d'autore" che l’hanno attraversata.
E quindi è giusto che un sedicenne la sappia raccontare così Sorrento perché è così che Sorrento esiste, che faccia caldo o faccia freddo senza che il mare aggiunga o tolga qualcosa alla sua identità.

Torquato Tasso

«Acciocch’io possa venire, non dirò a godere, ma a respirare in cotesto cielo, sotto il quale sono nato: a rallegrarmi con la vista del mare e dei giardini; a consolarmi con la vostra amorevolezza; a bere di cotesti vini o di coteste acque, che forse potranno diminuire la mia infermità…’.»
È Torquato Tasso che descrive così Sorrento e a Torquato Tasso è dedicata la piazza principale della città , e come già era evidente in ciò che Charles Dickens scriveva, anche per Torquato Tasso Sorrento è un luogo assoluto, insostituibile e per questo mesmerizzante.
Da qui si comprende come tutto ciò che porti la dicitura "Sorrento" abbia sicuro successo, semplicemente perché nessun posto come Sorrento, e come tutti i paesi satellite che lo compongono, è una globalità, un insieme, insieme cui ogni particolare concorre per costituire un'unità e quell'essenza unica.

La Sorrento pop e quella culinaria

In questa ottica di semplificazione della complessità, che si coglie semplicemente attraverso i profumi e i sensi, la musica e la cucina hanno un ruolo importante e contribuiscono anch'esse alla composizione “dell’essenza Sorrento”.

Lucio Dalla

Lucio Dalla, musicista e viandante, amava soggiornare all' "Excelsior Vittoria" di Sorrento, una scelta non casuale la sua visto che il cantante Enrico Caruso trascorse lì i suoi ultimi giorni, e quindi per Dalla (che amava seguire il flusso delle emozioni, capace di essere sollecitato dei luoghi, in quanto viandante e viaggiatore non per caso) quel luogo rappresentava una necessaria tappa per "sciacquare" le sue corde vocali proprio lì . Da questi soggiorni di Dalla a Sorrento infatte nacque la celeberrima "Caruso". Una rivisitazione di “Te voglio bene assai” di Doninzetti, un disco da nove milioni di copie, una canzone conosciuta in tutto in mondo, canzone che restituisce l'essenza di Sorrento e la stabilizza in ogni dove, grazie al viandante Dalla.

Don Alfonso e "la nouvelle cuisine" campana

Sant'Agata dei due Golfi senza "Don Alfonso" e la sua "mondializzazione" della cucina campana, attraverso la sua contestualizzazione e rielaborazione in maniera sensoriale, sarebbe solo una parte di Campania che fa da cerniera a Sorrento, per quanto sia una cerniera bellissima.
E invece grazie alla felice intuizione e all’abilita culinaria di Alfonso Iaccarino e allo chic di sua moglie Lidia, come ben dice Andrea D'Ambra enologo ischitano, la Penisola Sorrentina perderebbe molto del suo potere seduttivo senza "Don Alfonso", oggi per lo meno, visto l'enorme potere che il cibo con la griffe ha ormai sui turisti contemporanei.

La Circumvesuviana

In tutto questo splendore, e in questo paradiso, non perduto, ci si mette di mezzo la Circumvesuviana, Circumvesuviana che in Penisola “vomita” un'umanità varia, un'umanità che non cerca l’essenza di Sorrento, ma vuole il mare, quello che a Sorrento fa da sfondo e che di Sorrento è cartolina. Questo "vomito" circumvesuviano rende all’istante Sorrento "Villaggio Coppola", trasformandola fino a modificarne l'essenza, recidendone i neuroni, svuotando la provincia, quella italiana, al punto di farla diventare indistinta periferia, quell'indistinta periferia, globale, che cerca refrigerio alla calura, ma che tutto ignora dei luoghi e dall'acqua.

(12 – continua)

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