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Vendemmia 2023? Male al Centro - Sud, previsto un calo della produzione

La Basilicata si prepara alla vendemmia 2017: «Ridotta ma di alta qualità»

La vigna italiana è sotto attacco della peronospora, la malattia della vite che a causa delle abbondanti piogge di primavera e di inizio estate sta recando danni considerevoli in diverse regioni. E' quanto emerge da una ricognizione dell'Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv). Il fenomeno che sta interessando in particolare le aree della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche Marche, Basilicata e Puglia con cali previsti del 25-30%. Difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana. In generale, grande sofferenza per il vigneto biologico, che rappresenta quasi il 20% dei filari italiani, che risulta in diverse aree in gran parte compromesso. Poco attaccate le altre aree. "In alcune parti dell'Italia, in particolare del centro-sud, anche se pur circoscritto ad alcune zone si annuncia un calo della produzione con punte del 40%-50%, in alcuni casi addirittura del 60%", fa sapere il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella - ma i danni possono essere comunque limitati da un punto di vista qualitativo con una attenta conduzione scientifica del vigneto. Adesso dobbiamo ancor più ricorrere alla viticoltura di precisione per salvare i grappoli sani. Anche in una stagione così complicata, avremo sì una quantità di prodotto ridotta, ma il lavoro degli enologi, scientifico, professionale e passionale garantirà vini di alta qualità". Secondo il responsabile Direzione servizi per lo Sviluppo Rurale dell'Ismea, Fabio Del Bravo, alla vigilia di una vendemmia che non si preannuncia facile, "il nostro invito è alla cautela e Ismea si riserverà di monitorare le condizioni dei vigneti nelle prossime settimane e fornire un quadro più accurato nella prima metà di settembre quando la situazione sarà più delineata". Secondo il presidente dell'Uiv Lamberto Frescobaldi "la peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema. La sovrapproduzione è un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione: vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l'alto. Non ci si può più permettere di produrre vini senza nome e cognome e avere un terzo delle Dop-Igp che imbottiglia meno del 40% del proprio potenziale".

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