IL MATTINO
Il giallo
28.04.2023 - 21:14
L. Pucillo
Sbiadisce il "giallo", resta il fermo di un uomo che "ha reso piena confessione": oltre un mese dopo l'omicidio di Lorenzo Pucillo - medico sociale del Picerno (Serie C, girone C), avvenuto nelle campagne di Pescopagano (Potenza) il 21 marzo scorso - i Carabinieri hanno fermato oggi un allevatore, Giovanni Battista Errico, di 41 anni, accusato di omicidio aggravato. I militari hanno eseguito un decreto di fermo a carico di Errico emesso dalla Procura della Repubblica di Potenza: l'uomo avrebbe ucciso Pucillo dopo "pregressi litigi per ragioni di vicinato". Anche Pucillo, che aveva 70 anni, dedicava parte del suo tempo all'allevamento di bovini: i suoi animali avevano spesso sconfinato, invadendo le terre di Errico. Tale circostanza, nel tempo, aveva portato a litigi fra i due uomini, culminati nel delitto del 21 marzo. Il cadavere di Pucillo fu trovato la mattina successiva fra la vegetazione, non lontano dalla sua azienda, nelle campagne di Pescopagano, un paese del Potentino ad un passo alla Campania. In un primo tempo, sembrò prevalere l'ipotesi che Pucillo potesse essere stato attaccato e ferito mortalmente proprio da uno dei suoi bovini. Ma accertamenti più approfonditi portarono alla scoperta di una ferita d'arma da fuoco, causata probabilmente da un colpo sparato da un fucile. La vicenda assunse subito il colore del "giallo", nel profondo sconcerto di coloro che conoscevano il medico: praticamente tutti a Pescopagano, molti altri dopo che aveva assunto l'incarico di responsabile sanitario del Picerno. Con il passare dei giorni, le indagini dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Potenza e della compagnia di Melfi (Potenza) hanno chiarito il quadro e il movente e l'attenzione si è concentrata su Giovanni Battista Errico e sui suoi contrasti passati con la vittima: sono stati ascoltati "numerosi testimoni" e sono state fatte intercettazioni telefoniche. I militari hanno esaminato tabulati telefonici ed eseguito esami del dna e su armi (una delle quali è stata sequestrata). Ma tutto è avvenuto - ha sottolineato oggi la Procura della Repubblica potentina, "con particolare amarezza" - in un "clima omertoso", denunciato dal procuratore, Francesco Curcio, già alcuni giorni dopo il delitto, in un incontro con i giornalisti convocato per invitare "chi sa qualcosa a parlare". Alla fine, la pista di un movente "tradizionale" (le ripetute liti fra allevatori per gli sconfinamenti degli animali, sfociate il 21 marzo nell'omicidio) ha portato alla svolta che gli inquirenti considerano definitiva, anche alla luce della "piena confessione" di Errico.
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