IL MATTINO
Analisi
08.02.2023 - 19:42
Il Presidente della Repubblica è un fan di Mina, una cosa che lo scorso anno Amedeo Umberto Rita Sebastiani, in arte Amadeus, ricordò sul palco di Sanremo, e che Sergio Mattarella apprezzò, tanto da telefonare, e ringraziare, in diretta Amadeus, e così non deve stupire che quest'anno il Presidente della Repubblica abbia presenziato, dal palco, alla serata inaugurale del Festival di Sanremo.
Una cortesia la sua, e la conferma, ove ve fosse bisogno, che la musica pop esiste, e che non è possibile ignorarla.
È giusto, è sbagliato… non è rilevante, la musica pop scandisce il nostro tempo, tutto il nostro tempo, e inevitabilmente condiziona tutto di noi, in un tempo piccolo come scriveva Franco Califano con grande abilità.
E con grande abilità da quando Amadeus è il presentatore, e il direttore artistico del Festival, qualcosa è cambiato a Sanremo, e qualcosa accade su quel palco che non può più contenere solo le canzoni e i cantanti, ma deve anche riversare il resto del pop che pervade le nostre vite, soprattutto perché di pop ormai siamo sovrabbondanti, una sovrabbondanza che allarga la forbice sociale e rende molto difficile colmare le distanze.
La realtà è fluida ma oggi di musica in circolazione ce ne è talmente tanta da essere difficilissimo riuscire a farla convergere su un solo palco, benché notissimo come è quello di Sanremo, e per questo Amadeus dilata lo spazio, cercando di inglobare tutto il pop possibile, senza distinzione di genere .
Quest'anno per esempio quello che salta all'ascolto è che la canzone vincitrice non c'è, nel senso che al primo ascolto resta poco o niente delle canzoni proposte, e ancor meno resta polvere di stelle. La canzone vincitrice potrà essere l’una o l'altra, in maniera del tutto casuale, e potremmo dire indifferente, la ragione? I vecchi cantanti, che cercano di rincorrere il pubblico, non riescono a stare al passo dei giovani cantanti, che non riescono ancora a mangiarselo il palco, e questo crea una situazione di indistinta trascuratezza, non si sa quanto voluta ma il dato è questo.
E quindi che vinca Mengoni piuttosto che Eloide, o la Oxa piuttosto che i Cugini di Campagna poco cambierà, la musica andrà dove vorrà e vincerà, come sempre, il brano più orecchiabile o meglio costruito per durare.
Il terreno dello scontro quest'anno invece è “il format Sanremo” , la necessità per Amadeus di fare diventare il Festival uno spettacolo globale, uno spettacolo che funga da rilevatore sociologico, e che intercetti non solo la sigla dei nostri giorni a venire, ma che dia anche la misura di tutto ciò che, quotidianamente, a livello sociale ingloba la nostra vita.
Un progetto ambizioso che è già un plot a puntate, vedi Gianni Morandi che fa da spalla al direttore artistico. Un modo di gestire la difficile situazione dello scorso anno, e cioè l'insoddisfazione di Morandi per non averlo vinto il Festival e che oggi suona come un risarcimento, ma che è anche un modo di dare continuità alla narrazione del Festival tout court.
In questo quadro s' inseriscono sia la Ferragni sia Blanco, che da soli e con la loro apparizione sul palco la prima serata hanno già decretato la fine del Festival, nel senso che dopo di loro molto poco altro potrà essere fatto.
Chiara Ferragni, a causa della sua attività di influencer, è, quotidianamente, oggetto di critiche, critiche che sono strumentali. La Ferragni ha fatto di se stessa il contenitore di ogni possibile tendenza pubblicitaria, e per questa ragione e per la sua capacità, innegabile e conclamata, di strutturarsi come azienda è studiata anche ad Harvard, eppure ogni volta che appare in pubblico deve cospargersi il capo di cenere come se fosse una criminale.
Il suo peccato? Essere totalmente trasparente, lineare, ricca, in un paese ipocrita e anodino qual è l'Italia.
Le si rimproverano i figli esibiti, abitudine di qualsiasi genitore, la vita esibita, è un’influencer e per contratto deve esibire ogni cosa possegga, e la giovinezza non malvagia.
Se poi va a Sanremo e scrive un monologo, sicuramente un po' noioso e non proprio seduttivo, ma la Ferragni vende non la scaltrezza ma la proprio il suo essere limpida, diventa un caso nazionale, stupidamente.
Servirebbe invece apprezzare il suo coraggio nel rimanere uguale a sé, il suo non volere barare.
Cosa le costava farsi scrivere un monologo?
Ma poi quanto sarebbe stata credibile?
E allora questa polemica mette in luce la difficoltà di accettare persone come lei, che vogliono rimane persone, e non voglio essere personaggi, un fatto impossibile, eppure Amadeus lo ha capito, e per questo ha cercato, da lungo tempo, di farla salire su quel palco, perché sa benissimo che la vita professionale, di chi fa dell'arte e della visibilità il proprio mestiere, è tutta fatta del difficile equilibrio, da raggiungere, e da mantenere, tra la normalità e la straordinarietà di una condizione di perenne dedizione al pubblico.
Tutte cose che nessuno insegna ma che sarebbe necessario comprendere prima di credere che si arrivi, e si arrivi a detenere il successo, per caso.
C’è poi Blanco con la sua furia e "L'isola delle rose", brano che ha portato sullo stesso palco, che lo ha visto lo scorso anno vincitore, insieme a Mahmood, in veste di ospite.
Il video del brano, era un ospite e quindi non era necessario che il brano proposto al Festival fosse inedito, propone la stessa cavalcata tra le rose, a mo’ di Valchiria, fatta da Blanco sul palco di Sanremo, allora dov'è il problema se questa è la canzone di Blanco, anche scenograficamente parlando ?
Non c’è il problema, eppure è venuto giù il finimondo perché poi Sanremo è seguito da tutti, ma tendenzialmente è seguito da chi la musica non l’ascolta, e nemmeno il resto ascolta, e quindi, anche in questo caso, come con la Ferragni, di scandaloso non c’è niente, se non il conservatorismo e il conformismo degli italiani.
La vera notizia a questo punto non è sapere quale sarà il prossimo vincitore/vincitrice del Festival ma cosa accadrà il prossimo anno.
Per quest'anno il meglio già c’è stato dato, e se non lo credete non vi resta che continuare a seguirlo il Festival.
In fondo Amadeus l'ha costruito così proprio per continuare a sedurci e a illuderci, sperando di svegliarci, prima di lui solo gli Imagination con “Just an Illusion” ci sono riusciti.
edizione digitale
Il Mattino di foggia