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Analisi

Imma Tataranni e le pale eoliche, quando la fiction entra a gamba tesa nella realtà

Eolico selvaggio? "Considerando 20 anni di omertà, Tataranni è realistica", la Lipu replica all’Anev

Imma Tataranni, il sostituto Procuratore della Repubblica, della fiction Rai, interpretato da Vanessa Scalera, e figlia dell'ingegno letterario di Mariolina Venezia, oltre ad avere conquistato il pubblico televisivo ha dato adito anche a una polemica dell’Anev, l’Associazione delle imprese italiane dell'eolico, che nella puntata del 13 ottobre, puntata conclusiva della seconda serie, si è sentita chiamata in causa. In pratica nella puntata del 13 tra delitti e varia umanità, uno spazio ampio è stato dedicato alle pale eoliche, pale eoliche che in Basilicata sono argomento di polemiche, polemiche che la serie televisiva ha rintuzzato, tanto da fare scendere in campo l'Anev.
L'Anev in un comunicato ha dichiarato che nella puntata citata “si è perpetrato un attacco esplicito e ingiustificato nei confronti del settore eolico, settore descritto in maniera sbagliata”, eppure la serie ha posto l'accento su quelli che poi sono i rilievi più importanti fatti dagli abitanti delle zone in cui le pale eoliche sono state collocate. E quali sono questi rilievi? Il loro essere troppo prossime alle abitazioni, una cosa non consentita dalla normativa, precisa l'Anev, il loro produrre rumori molesti, ma l'Anev esclude che le turbine possano produrre rumori molesti, lo esclude dichiarando invece che il rumore, ritenuto molesto, corrisponde solo all’attrito dell'aria con le pale, e con la torre di sostegno, cose che le moderne tecnologie hanno ridotto al massimo. Come esclude che gli impianti eolici siano impattanti per l'ecosistema e pericolosi per l’avifauna. E ribadisce: « Sull'eolico vigono attualmente normative molto restrittive in ambito europeo, e quelle italiane sono le più severe in assoluto. L'Anev ha sottoscritto un protocollo d’intesa con le principali associazioni ambientaliste, protocollo d'intesa che prescrive le migliori pratiche a tutti gli associati, è ha istituito un Osservatorio sull' Avifauna per minimizzare qualsiasi effetto nocivo ».
Questo il comunicato ma perché una serie Tv, costruita con molta cura, dovrebbe narrare il falso?
La Basilicata è una regione in cui si contano 1400 impianti eolici con circa 500 aerogeneratori ed è proprio in Basilicata che è presente la più alta percentuale di impianti di tutto il territorio nazionale, tanto da assicurare la sola Basilicata il 13% di produzione dell’eolico in Italia.
Lo sviluppo dell'eolico in Basilicata è però stato selvaggio, nonostante la pianificazione fatta sul territorio, e non ha incontrato il favore dei cittadini, cittadini che già con lo sviluppo e l’estrazione del greggio e di gas si sono trovati a gestire non pochi problemi ambientali, le dichiarazioni sulla carta sono ben diverse dalla reale situazione dei luoghi, e quindi con l'incremento dell’eolico sono aumentante le denunce e gli esposti, soprattutto per quanto riguarda la deturpazione paesaggistica.
È decisamente straniante attraversare la Basilicata e sentire il turbinio del vento, percepirlo fisicamente al punto da riconoscere come assolutamente veritieri i fotogrammi della serie Tv, e sentirsi rassicurati dal fatto che una serie per il grande pubblico riesca a fare luce su un problema così sentito e controverso.
Da sempre la Basilicata è terreno di esperimenti, e da sempre è ritenuta una regione che deve assorbire gli esperimenti in maniera pervasiva e silenziosa, anche in virtù di una narrazione della Regione molto poco contemporanea.
Eppure anche le pale eoliche , e l'estrazione di greggio e del gas, raccontano altro di questa regione, Regione che vanta una delle più importanti riserve petrolifere d'Europa.
La narrazione della Basilicata come area sottosviluppati del Paese ha consentito questo sviluppo economico a due velocità, da una parte abbiano uno sfruttamento del territorio intensivo e discordante, e dell'altra tutto ciò che cerca di fare luce su questo continuo esperimento socio – economico, a totale carico dalla comunità lucana, viene recepito in maniera polemica proprio perché la narrazione della Basilicata è durissima a morire ed è figlia del "levismo" che purtroppo ha consentito ogni nefandezza.
E quindi ben vengano le polemiche e pure le serie Tv, nello specifico questa che non solo abbatte tabù e rompe meccanismi socio-politici utili a narrazioni distorte e ci mostra proprio la Basilicata per come è, con le sue luci, le sue ombre, la sua lingua, l'apo – lucano che caratterizza la Tataranni e il suo accento quando si esprimersi in italiano, apo- lucano che è una lingua a tutti gli effetti, esiste un vocabolario in merito, e non un dialetto, e pure il modo di vestirsi della protagonista, modo di vestirsi che ricalca quello delle numerosissime donne lucane in carriera.
Tutto questo per dire che se gli imprenditori del settore eolico si vogliono appendere alle pale, evitando così di prender atto della realtà, posso farlo benissimo, solo che la serie tv fotografa in maniera puntuale altro, e di quest'altro è bene tengano conto, perché le fiction, soprattutto di questi tempi, sono lo specchio fedele della realtà, è finita l'epoca delle soap, quelle purtroppo sono diventate l’ordinario mondo e questo è il problema, insieme alle pale eoliche e alla memoria come ben ci dice Imma Tataranni, e come dovrebbe comprendere anche l'Anev.
« La memoria è una fabbrica che lavora giorno e notte. Immagazzina, classifica riproduce. Inventa. Prende un nome o un fatto e lo seppellisce chissà dove, un episodio lo costruisce di sana pianta, magari appoggiandosi a qualcosa che è successo davvero, per cui non di rado i ricordi risultano più vividi e credibili di quelli reali, che si presentano monchi, o con la messa a fuoco difettosa ».

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