IL MATTINO
Il caso
07.10.2022 - 20:31
"Sulle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e l'elezione del sindaco del Comune di Lagonegro tenutesi nel settembre 2020 le decisioni strategiche provenivano dai soggetti politici indagati appartenenti al Consiglio regionale della Basilicata e in ragione delle funzioni da questi esercitate". È quanto emerge dall'ordinanza dalla Procura di Potenza emessa nell'ambito dell'inchiesta che ha portato oggi agli arresti del capogruppo di FI nel Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Piro, in carcere, e della sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, ai domiciliari. Secondo l'accusa "si intendeva consolidare e accrescere il potere sul territorio abusando della carica di pubblici ufficiali per costringere o comunque indurre soggetti a favorire illecitamente gli appartenenti alla loro cerchia in dispregio delle norme a presidio dell'imparzialità e del buon andamento dell'operato della pubblica amministrazione". Per la Procura "la volontà da parte di una compagine di politici lucani di accrescere in maniera illecita la propria supremazia sul territorio in esame veniva quindi corroborata dalle ulteriori attività tecniche che hanno riguardato per lo più il monitoraggio delle utenze e degli uffici in uso al consigliere regionale Francesco Piro e del suo più stretto entourage e dell'attuale sindaco del Comune di Lagonegro, Maria Di Lascio". In particolare l'ipotesi investigativa è che "il consigliere regionale Francesco Piro - scrive la Procura - avesse potuto influenzare le elezioni del futuro sindaco di Lagonegro mediante ingerenze illecite e favoritismi nelle nomine, trasferimenti e assunzioni in sanità e in società su cui i pubblici ufficiali potevano esercitare influenza abusando della carica poi controllandone e orientandone l'operato".
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