IL MATTINO
post elezioni
28.09.2022 - 16:18
Il PD lucano ma in via più generale il centrosinistra lucano non porta a Roma neppure un senatore ed elegge un solo deputato, seppur forestiero e a fatica. Questo il dato che emerge dalle urne. Analizzando la situazione in maniera meno grossolana bisogna premettere che senza il taglio dei parlamentari, da 13 a 7, certamente a Palazzo Madama ci sarebbe stato spazio per un Dem. E senza il competitor Pittella candidato con Azione-ItaliaViva, De Filippo e il Pd avrebbero avuto vita facile perché, al netto dei tanti astensionisti, se in casa Lega il travaso di voti di partito o in gergo "di pancia" ha preso la via di FdI (e residualmente Forza Italia), in casa PD il travaso di voti, questa volta personali, ha ingrossato il Terzo Polo. Perché Pittella esercita sulla base Dem un forte ascendente e gode di una certa notorietà, alimentata anche dalla sua sfortunata vicenda giudiziaria. Gli elettori dell'ex governatore, recordman di preferenze alle regionali del 2019, sono migliaia e lo testimonia, nero su bianco, l'ottimo risultato ottenuto dal Terzo Polo al Senato che ha tagliato - di fatto - le gambe al Pd e a De Filippo che non ha brillato neppure nella sua Sant'Arcangelo. Senza la riduzione dei parlamentari ci sarebbe stato spazio per lo stesso Pittella tra le file del Pd? Non è dato sapere, stando ai fatti balza agli occhi un dato: il partito regione non esiste più. La terra lucana, ed è un dato importante, non è mai stata allineata agli orientamenti nazionali, con il centrodestra di governo a trazione Berlusconi, in Basilicata alle urne trionfava il centrosinistra. Dal 2019 - però - "l'egemonia" del centrosinistra lucano è evaporata. Non governa più Via Verrastro, salvo dirigenziali sacche del sottogoverno, ha perso nel capoluogo con Bianca Andretta, non riuscendo ad arrivare neppure al ballottaggio, medesimo discorso a Matera dove al ballottaggio se la sono vista Bennardi (M5s) e Sassone (centrodestra), ha perso a Melfi dove Maglione si è imposto senza problemi al primo turno dopo il decennio dei socialisti, ha rimediato una magrissima figura a Policoro. Escludendo i primi 4 comuni della Basilicata, bisogna segnalare anche la disfatta ad Avigliano, ex roccaforte da circa 11mila abitanti, con il trionfo di Giuseppe Mecca supportato dalla regia del consigliere regionale Tommaso Coviello (ex Lega ora entrambi in FdI). Lagonegro, nevralgico centro dell'Area Sud, conquistata dal duo forzista Di Lascio - Piro. Male anche a Corleto Perticara: il comune del petrolio e dei tanti interessi economici e non, ha visto la disfatta di Antonio Massari, primo cittadino uscente vicinissimo al centrosinistra, che ricandidatosi ha ceduto la fascia a Mario Montano. E ancora Albano di Lucania dove, non un sindaco uscente qualsiasi, ha lasciato il Municipio e la presidenza della Provincia di Potenza. Sulle provinciali un discorso a parte, con Giordano il Pd è rientrato dalla finestra ed ha sfruttato più le frizioni del centrodestra che una propria e vera capacità aggregativa non essendo Giordano un amministratore propriamente di "bandiera". Non è certamente e solamente colpa - se di colpe si può parlare - dell'attuale segretario regionale La Regina, che una settimana prima del voto ha incassato il sostegno di un ormai uscente Enrico Letta e che ha ereditato una situazione assai sconfortante. Insediatosi in un momento di compromissione ha provato a lavorare sui territori, in alcuni casi - come a Grassano - con buoni risultati. Il Pd lucano viene da un triennio di seria difficoltà, in primis con il proprio elettorato e in secondo luogo con le divisioni interne e sarebbe miope sostenere il contrario ma è in linea con le generali criticità del Pd a livello nazionale. Bisogna infine segnalare alle ultime elezioni comunali la vittoria di Marrese, attuale presidente della Provincia di Matera, a Montalbano Jonico. Proprio Marrese è indicato da taluni come l'uomo intorno al quale provare a ricostruire il Pd che per i prossimi anni a Palazzo Madama non avrà alcun rappresentante.
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