IL MATTINO
sanità lucana
28.06.2022 - 09:36
All'ex Dg dell'Asp Giampaolo Stopazzolo, originario di Vicenza e fresco di dimissioni, accolte dal presidente della Giunta regionale lucana, Vito Bardi, è stato contestato il fatto di essere andato in pensione (poche settimane dopo la nomina, che risale a gennaio 2022) e di percepire contestualmente lo stipendio. In Veneto, terra di origine dello stesso Stopazzolo, la notizia ha fatto abbastanza rumore e pare ci siano casi analoghi: considerato un parere pronunciato dal Consiglio di Stato, il direttore generale dell’area Sanità della Regione Veneto, Luciano Flor, ha precisato in una nota che «è stata conclusa una verifica formale da cui è emerso che quattro Dg, regolarmente nominati mentre erano in servizio, sono andati nel frattempo in quiescenza. Gli stessi Dg hanno anticipato un parere legale "pro veritate" concernente approfondimenti in merito alla loro posizione». «In virtù di queste informazioni e della peculiarità del caso - prosegue For - mi riservo un confronto con i ministeri competenti, alle cui risultanze si darà puntuale seguito. I direttori generali interessati hanno inoltre comunicato che, in attesa della verifica, si autosospendono dalla percezione dello stipendio. Preciso, infine, che il sottoscritto non è coinvolto personalmente dalla questione in esame in quanto non in quiescenza».
Si tratta di: Giuseppe Dal Ben (65 anni) direttore dell’Azienda Ospedaliera di Padova, Francesco Benazzi (65 anni) direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Edgardo Contato (64 anni) direttore dell’Ulss 3 Serenissima di Venezia, Maria Giuseppina Bonavina (65 anni)che dirige l’Ulss 8 Berica di Vicenza ed anche il direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor. Tutti dirigenti nominati con un decreto-legge della Giunta regionale del Veneto nel febbraio 2021, per un incarico triennale remunerato per ciascuno con uno stipendio lordo di quasi 155mila euro l’anno (per la precisione 154.937,06 euro).
IL PUNTO DELLA CISL
«Le dimissioni di Stopazzolo – commentano i segretari generali della Cisl Vincenzo Cavallo e della Cisl Medici Serafino Rizzo – debbono essere l’occasione per imprimere una decisa discontinuità nel modus operandi della Giunta regionale nella governance dei principali enti regionali. La nomina di dirigenti prossimi alla pensione, oltre ad essere discutibile sul piano della legittimità formale, come dimostra la bufera che in questi giorni ha investito la Regione Veneto, è a nostro avviso anche inadeguata sul piano sostanziale perché non assicura quella stabilità e quella prospettiva che servirebbero alla vigilia degli importanti investimenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e di una riforma del sistema sanitario che deve avere nella centralità dei territori il suo baricentro. ra non si facciano ulteriori pasticci e si riparta dalla sestina di candidati già presente per dare nel più breve tempo possibile un direttore generale autorevole nel pieno delle sue funzioni alla luce delle importanti scadenze che incombono sulla sanità regionale. I progetti del PNRR per la modernizzazione del sistema sanitario lucano impongono alla Giunta regionale la scelta di una guida forte e stabile».
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