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Mascherine a scuola, dal Trentino la spallata a Speranza. Ambrosi: «Ora intervenga la Conferenza Stato-Regioni e chieda al governo la rimozione dell’obbligo»

«È paradossale ed ipocrita che il “Governo dei migliori” imponga la mascherina a scuola e allo stesso tempo ci consenta di partecipare a concerti ed eventi sportivi con migliaia di persone o andare in supermercati e centri commerciali senza alcuna forma di distanziamento o protezione», rimarca l'esponente di FdI Alessia Ambrosi

Il pasticcio del governo sulle Ffp2 per bambini. Ambrosi (FdI): «Un controsenso normativo che genera apprensione in tante famiglie»

Alessia Ambrosi

Bolzano e Trento dicono «basta mascherine nelle aule scolastiche» e per questo motivo i due assessori all'istruzione Philipp Achammer e Mirko Bisesti hanno scritto ai ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza. «In qualità di assessori delle Province autonome di Trento e Bolzano, con deleghe in materia di istruzione, vista la nostra storia di autonomia, di sguardo rivolto all'Europa dove è venuto meno da tempo l'obbligo di indossare le mascherine nelle aule scolastiche e sottolineando, in virtù della nostra autonomia, la ferma volontà di dare un segnale chiaro e positivo alle comunità scolastiche e in particolare ai più piccoli chiediamo, come già avvenuto in precedenza, a meno di un mese dalla fine delle lezioni, che i nostri studenti, di ogni ordine e grado, siano esonerati dall'uso dei dispositivi di protezione all'interno degli ambienti scolastici, nelle modalità ritenute più consone dai vostri ministeri», scrivono i due assessori. «Questo grazie anche al lavoro svolto in questi due anni di pandemia dove tanto si è investito nel mondo della scuola per garantire più organici e più classi con il fine del valore per noi fondamentale della scuola in presenza», conclude la lettera. Una battaglia, quella delle mascherine a scuola ma in maniera più estesa e complessa quella della Ffp2 per i più piccoli, partita da lontano e attenzionata a gran voce da Alessia Ambrosi, consigliere regionale in Trentino Alto Adige di FdI. Lo scorso 12 gennaio, Ambrosi segnalava un vero e proprio "pasticcio" e un problema di merito, oltre che tecnico in quanto l’utilizzo obbligatorio della mascherina Ffp2 sui mezzi pubblici, anche per i bambini sopra i 6 anni, preoccupava i genitori. Questo perché non esistono Ffp2 certificate per bambini, trattandosi di dispositivi di protezione originariamente pensati per alcune categorie di lavoratori. La stessa Ambrosi riprendeva anche la denuncia di Altroconsumo: «Le Ffp2 per i bambini hanno evidenziato ulteriormente il controsenso normativo legato all’obbligo per i più piccoli di utilizzare questi dispositivi a scuola per 10 giorni qualora fosse riscontrato un caso di positività in classe (obbligo che perde valore semplicemente per il fatto che i bambini mangiano insieme nelle mense scolastiche). Non solo - tuonava Ambrosi - le Ffp2 non sono certificate per i bambini, ma sono studiate su parametri relativi alla capacità polmonare di un adulto». È di oggi, dunque, la dura presa di posizione del Trentino Alto Adige sulla mascherina a scuola. «La lettera scritta congiuntamente dall’Assessore Bisesti e dal suo omologo altoatesino Achammer ai ministri Roberto Speranza e Patrizio Bianchi per chiedere che sia immediatamente rimosso l’obbligo della mascherina in aula va nella direzione che noi di Fratelli d’Italia chiediamo con forza da tempo. L’arrivo della bella stagione - sostiene Ambrosi - e la minor virulenza del virus consente doverosamente di allentare le misure di contrasto al Covid, ed è una palese ingiustizia che bambini ed adolescenti debbano continuare a indossare questi dispositivi fino al termine dell’anno scolastico. Gli stessi bambini e ragazzi che mangiano insieme in mensa e che poi si incontrano per giocare nel pomeriggio. Bambini e ragazzi che in tutti gli altri stati europei possono accedere alle aule senza mascherina. Alla fine i nostri giovani, dopo oltre due anni di socialità limitata e rigidi protocolli scolastici anti-contagio, restano gli unici a pagare il prezzo delle limitazioni. È da rimarcare - dice Ambrosi - inoltre che molto spesso questi giovani hanno mostrato un senso di responsabilità encomiabile durante la fase più acuta della pandemia, dimostrando una notevole maturità ed empatia nel rispettare la tutela della salute altrui. Mantenere le mascherine solamente a scuola, eliminando contestualmente quasi tutte le restrizioni negli altri ambiti della nostra vita sociale e lavorativa, fa passare l’idea che i giovani abbiano avuto, e continuino ad avere, una responsabilità enormemente maggiore degli adulti nella diffusione del Covid». Ambrosi a questo punto estende la portata del tema a tutto il Paese e rilancia senza timore l’appello degli assessori Bisesti e Achammer: «Auspico fortemente che la Conferenza Stato – Regioni e Province autonome si unisca nella richiesta al Governo di una immediata rimozione dell’obbligo».

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