IL MATTINO
green pass
21.02.2022 - 10:32
«È necessario che le autorità competenti - scrive invece la Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi - prevedano disposizioni normative che, efficacemente mediate e calibrate, siano in grado di ridurre in modo significativo le gravi criticità che le persone di minore età stanno attraversando». La dottoressa stigmatizza gli effetti di due recenti norme, il decreto legge 228/2021 che vieta le attività sportive, culturali e ricreative a ragazzi sprovvisti di super green pass per motivi di varia natura, e il decreto 5/2022 che disciplina la gestione dei casi di positività a scuola introducendo “misure differenziate” a seconda dello stato vaccinale degli alunni. È necessario, scrive, «garantire equamente, e non in modo differenziato i diritti fondamentali chiaramente indicati e tutelati nella Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo, in cui si dispone espressamente che in tutte le decisioni relative ai fanciulli, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente». Da ricordare anche la «netta posizione assunta da Amnesty International, con cui si esorta il Governo Italiano a non utilizzare il green pass a scopi discriminatori. Le misure da assumere a tutela prioritaria della salute pubblica, ancorché necessarie, stanno gravando in particolar modo su bambine e bambini, ragazze e ragazzi che vivono in questo momento una condizione di maggiore fragilità che non può essere sottovalutata né posposta ai bisogni ed agli interessi degli altri cittadini di questo Paese. Esiste anche il diritto allo sport e all’educazione. La condizione vaccinale delle persone di minore età non può essere un discrimine al godimento di diritti costituzionali ampiamente sanciti e riconosciuti. Peraltro non esiste obbligo di immunizzazione per questa fascia di età ed essendo minori non hanno neanche facoltà di scelta», argomenta la Garante che ha ricevuto centinaia di richieste di aiuto di genitori. Sulle limitazioni a sport e didattica in presenza in particolare la dottoressa Bianchi ritiene «ingiustificato ed ingiustificabile non aver considerato quanto lo sport sia fondamentale nella crescita dei giovani e nella formazione dei futuri cittadini italiani e non si sia di conseguenza ritenuto doveroso mettere in atto ogni sforzo perché nessun ragazzo che pratica attività sportiva debba essere fermato, piuttosto che incoraggiato e sostenuto ad andare avanti».
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