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Il caso

Ruoti, volevano far dimettere Scalise: divulgate infamanti allusioni ed effettuate indagini illecite. Ecco le accuse

Ruoti, volevano far dimettere Scalise: divulgate infamanti allusioni ed effettuate indagini illecite. Ecco le accuse

Per provare a far dimettere il sindaco di Ruoti, nel potentino, Anna Maria Scalise, l'avrebbero, perseguitata, molestata e minacciata con "condotte reiterate, insistenti e durature, consistite nel presentare personalmente o tramite avvocati decine di denunce penali del tutto infondate ma capziose, sia nei confronti del Sindaco" e di un assessore comunale. Sono queste alcune delle accuse nei confronti di 6 delle 16 persone finite ai domiciliari oggi nell'ambito di una indagine della Procura di Potenza. Secondo l'ipotesi accusatoria lo scopo delle azioni era quello di danneggiarne la reputazione del sindaco, arrecarle uno stato d'ansia ed un senso di vulnerabilità, rallentarne l'attività amministrativa ed ottenerne le dimissioni al fine di far amministrare nuovamente il Comune di Ruoti all'ex sindaco Angelo Salinardi. Gli indagati avrebbero anche divulgato infamanti allusioni a relazioni adulterine fra i sindaco e l'assessore, ma anche effettuato "indagini" illecite, pedinamenti e report fotografici nei confronti del Sindaco Scalise, di suo marito e dell'Assessore Franco Gentilesca. Le indagini della procura potentina si sono sviluppate su due filoni investigativi paralleli che avevano nell'ex sindaco Salinardi il punto di contatto. Oltre al filone relativo agli atti persecutori, calunnia, accesso abusivo a sistema informatico nei confronti del Sindaco di Ruoti e del suo assessore, il secondo riguarda le attività corruttive fra privati svolte nel cd "indotto FCA (ora Stellantis), che vede coinvolti soggetti inseriti nelle aziende ritenute riconducibili a Salinardi, che avrebbero pagato per ottenere commesse e sub-appalti.

Oltre a Salinardi - ex sindaco di Ruoti e attuale consigliere di minoranza e imprenditore nel settore della logistica nell'indotto dello stabilimento Stellantis di Melfi - la Polizia ha posto ai domiciliari un vicebrigadiere dei Carabinieri, Davide Malatesta, l'addetto stampa della Provincia di Potenza, Luigi Scaglione, Marianna Di Maio, funzionario della polizia locale di Ruoti, gli imprenditori Alessandro e Marco Massano, di Sommariva del Bosco (Cuneo), e un funzionario della Regione Basilicata, Giuseppe Antonio Lavano, oltre a consiglieri comunali e tecnici di Ruoti, parenti e prestanome di Salinardi e l'amministratore di una casa di riposo del paese. Per quanto riguarda il primo filone d'indagine, secondo l'accusa un giro di mazzette e benefit era stato avviato per garantire alle imprese di Salinardi "plurime aggiudicazioni in sub appalto, commesse e assegnazione di lavori". Lo stalking nei confronti del sindaco di Ruoti, Anna Maria Scalise, secondo la Procura, era stato ideato da Salinardi per screditarla (anche attraverso comunicati stampa e pubblicazioni on line, oltre che con denunce false) per spingerla alle dimissioni. La Polizia ha eseguito oggi anche il sequestro preventivo di cinque aziende e di somme di denaro, una pari ad oltre nove milioni di euro.

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