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“Endorsement” di Mario Tozzi per Aliano Capitale della Cultura

Il geologo sui social: «Si sceglie la prossima capitale italiana della cultura e io scelgo #aliano. Daje!».

“Endorsement” di Mario Tozzi per Aliano Capitale della Cultura

Aliano si è candidata per il titolo di Capitale italiana della Cultura per il 2024. C’è chi parla di una sfida, chi di una rivincita per Aliano e per i borghi, per tutte le aree interne, chi di un sogno, e chi vi intravede in qualche modo una possibilità per la Basilicata di proseguire sul fortunato solco tracciato da Matera 2019.
Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, volto noto al grande pubblico, è convinto del potenziale del paesino lucano come testimoniato dal suo “endorsement” comunicato attraverso i social: «Si sceglie la prossima capitale italiana della cultura e io scelgo #aliano. Daje!».
Per diventare Capitale della Cultura non è sufficiente la sola bellezza paesaggistica, che Aliano possiede senza dubbio, ma è necessario essere inseriti in una visione lungimirante di crescita, di sviluppo culturale e di innovazione sociale. L’idea di Aliano è chiaramente espressa attraverso il concept “Aliano. Sguardi oltre confine” non a caso scelto per la presentazione del dossier di candidatura. Aliano vuole affermarsi con la sua ruralità contemporanea, con la sua ospitalità e attrattività e la sua candidatura si muove in due direzioni: diventare un modello di sviluppo locale e di coesione territoriale oltre il turismo convenzionale. Con questi obiettivi ha lavorato negli anni il borgo che ospitò Carlo Levi durante il suo confino e a cui l’autore ha dedicato pagine amare e al contempo piene di affetto sincero. Definire unicamente Aliano come la “Città di Carlo Levi”, però, sarebbe riduttivo, così come sarebbe ingiusto ignorare il peso che quella presenza ha significato per il comune lucano e per tutta la regione in termini di storia e lascito culturale e, soprattutto, anche di costruzione di un immaginario collettivo.
Il paesaggio dei Calanchi che circondano il borgo e l’eredità leviana affascinano, attirando ogni anno un turismo di nicchia, lento e di tipo culturale, a tratti lontano dai dettami del consumismo contemporaneo.
Il sostegno di Mario Tozzi espresso pubblicamente ha anticipato, poi, di pochi giorni un annuncio importante per i borghi italiani e lucani che “soffrono” del male dell’isolamento e dello spopolamento, pur avendo un enorme potenziale di crescita per l’intero Paese.
Il 27 gennaio la Regione Basilicata ha reso noto un avviso di manifestazione d’interesse per scegliere la proposta da inviare al Ministero della Cultura in risposta a una specifica linea di azione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinata al finanziamento di ventuno progetti "per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati finalizzati al rilancio economico e sociale di borghi disabitati o comunque caratterizzati da un avanzato processo di declino e abbandono per i quali si preveda un progetto di recupero e rigenerazione che integra le politiche di salvaguardia e riqualificazione dei piccoli insediamenti storici con le esigenze di rivitalizzazione e rifunzionalizzazione degli stessi".
Che ci si stia accorgendo della necessità di comprendere l’importanza delle aree interne e dei borghi oltre una mera e semplicistica, quanto generica idea di “valorizzazione”?

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