IL MATTINO
L'epidemia in Basilicata
28.02.2021 - 17:40
BELLA– I commercianti e tutto il mondo produttivo non ci stanno alla zona rossa per 15 giorni da lunedì 1° marzo su tutto il territorio regionale. Con questo sentimento una delegazione di commercianti, artigiani, piccoli imprenditori e la Pro Loco è stata ricevuta dal sindaco di Bella Leonardo Sabato per esprimere tutta la contrarietà e la forte esasperazione in virtù della chiusura delle attività economiche che darebbe una ulteriore stangata economica in ragione dei nuovi provvedimenti governativi (ordinanza ministeriale n.3 per la Basilicata) e regionali che ha disposto la chiusura delle scuole con Dad fino al 5 marzo, in attesa del nuovo DPCM perché quello del 14 gennaio scade appunto il 5 marzo come previsto dall’art.14 dello stesso.
A farsi portavoce di questo vibrante disagio è stato l’artista-artigiano Daniele De Vito che ha esposto tutta l’arrabbiatura rispetto al problema:” E’ stato un fulmine a ciel sereno - afferma Daniele De Vito - e questa nuova misura non la troviamo assolutamente giusta perché abbiamo fatto e stiamo facendo sacrifici enormi e non possiamo abbassare la testa perché è un danno enorme per tutti noi operatori”.
Il sindaco Leonardo Sabato unitamente a 22 sindaci aveva, nelle scorse ore, inviato una missiva sia al presidente della Giunta Regionale Bardi che al Ministro della Salute Speranza, per chiedere di rivedere le decisioni perché troppo “inique, vessatorie e mortificanti” per interi Comuni, territori e comprensori.
“Siamo a un anno dalla pandemia e sembra di essere tornati al punto di partenza – afferma il sindaco Leonardo Sabato -.E’ stato un percorso molto difficile per la nostra comunità e tutti abbiamo avuto un forte senso di responsabilità, però oggi le cose devono essere gestite in maniera diversa e il mio disappunto – continua il sindaco – è stato condiviso da altri 21 sindaci (dalla Val D’Agri, al Vulture passando per Melandro, il Lagonegrese-Pollino, il Materano, il Basento Bradano Camastra ed altre aree della Basilicata) attraverso la lettera, affinché il provvedimento della zona rossa venga rivisto considerando che ci sono solo 12 casi positivi in 7 Comuni. Abbiamo sempre recepito tutti i provvedimenti in maniera precisa e puntuale e riteniamo che non ci siano più gli elementi di criticità. Con più autonomia ai sindaci avremmo gestito le cose in maniera diversa senza fare di ogni erba un fascio. Bisogna risolvere questa situazione e non escludiamo delle proteste davanti alla Regione Basilicata”.
Per il presidente del Consiglio Comunale Vito Leone”: Siamo pronti anche a chiedere le dimissioni del presidente Bardi”.
Sulla vicenda, contattato dalla redazione, si è espresso anche il presidente dell’Anci Basilicata, Salvatore Adduce che ha dichiarato: Siamo tutti molto preoccupati per la situazione epidemiologica in atto e comprendo bene la lettera dei sindaci, ma sono scettico sull’aprire scontri istituzionali sulla base dei numeri oggettivi con un RT giunto a 1,51 negli ultimi giorni”.
Anche la Pro Loco “Il Borgo” rappresentata dalla sua presidente Giovanna Roscigno ha auspicato un’accelerazione considerando la lentezza della burocrazia “al fine di risolvere questa situazione”.
Tra i sindaci che non hanno firmato la lettera c’è Giovanni Setaro, sindaco di Muro Lucano: “Condivido lo spirito della lettera anche perché a Muro Lucano abbiamo zero positivi. La missiva – continua Setaro - non è stata sottoscritta da me solo perché è arrivata di fretta”.
In attesa di nuovi sviluppi la Basilicata da domani è in zona rossa.
Di seguito la risposta del presidente Bardi.
Ho letto con grande attenzione la missiva che alcuni Sindaci lucani mi hanno indirizzato, e la reputo condivisibile nell’analisi. Il lavoro dei primi cittadini, così come delle giunte e dei consigli comunali in questa fase è fondamentale.
Da tempo, con altri colleghi Presidenti di Regione, stiamo segnalando con forza al Governo la necessità di rivedere parametri e algoritmi. Siamo fiduciosi che il nuovo esecutivo si muoverà in tal senso con maggiore sensibilità rispetto al precedente e, per questo, nelle prossime ore invierò una nuova nota al neo ministro per gli affari regionali, Maria Stella Gelmini.
Come sappiamo, la scelta di far scattare la zona rossa in Basilicata è dovuta esclusivamente all’aumento dell’indice “RT” di contagio (avevamo un dato di partenza molto basso), e alla presenza delle varianti appena palesatesi anche in Lucania, che stanno portando l’Europa verso la terza ondata, a distanza di un anno dalla prima.
Ciò premesso, occorre ricordare che la nostra è la regione con la seconda percentuale più bassa d'Italia per il riempimento delle terapie intensive, nonostante un’età media molto alta, e siamo sotto la soglia di criticità su tutti gli altri parametri.
Il perimetro regionale è stato individuato come limitato e limitante nel contrasto al diffondersi della pandemia e questo è ancor più vero nella nostra Regione, contraddistinta anche da una densità abitativa assai limitata.
Pertanto, facendo mie le giuste sollecitazioni dei Sindaci, che vanno esattamente nel solco di mie rimostranze già palesate in passato e a rilievi che ho appena formulato al Governo, confermo che continuerà ad essere mia cura evidenziare le variabili geografiche e demografiche per limitare o rafforzare le restrizioni in base ai dati localizzati.
Siamo in un momento molto delicato, per questo colgo l’occasione per invitare la cittadinanza a comportamenti individuali responsabili e le istituzioni tutte ad affrontare questa fase in maniera unita.
E’ necessario che per l’Italia marzo sia caratterizzato come il mese dei vaccini. Il Governo deve dare un segnale forte in questo senso e dare gli strumenti a regioni e comuni per velocizzare il piano di immunizzazione. Non solo: occorre che siano stabiliti ed erogati senza ritardo adeguati ristori per tutte le attività colpite dalle restrizioni.
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