IL MATTINO
Salute
26.12.2020 - 12:57
La fotografia che ritrae i sanitari del reparto di Pneumologia dell’Ospedale San Carlo di Potenza è diventata ormai il simbolo del Natale 2020. Un’immagine che al primo sguardo potrebbe sembrare “tipica” del periodo pandemico che si sta vivendo: personale sanitario raccolto intorno al letto di un paziente, completamente coperti, irriconoscibili, con i nomi scritti sulle loro divise per poter essere associati almeno mentalmente a un volto. Ci si è ormai abituati a questa immagine, agli “scafandri” utilizzati dai sanitari; ma questa volta è diverso. Vi sono medici e infermieri intenti a portare un po’ di gioia a chi vive giorni di preoccupazione, dolore e in alcuni casi terrore; al centro, un paziente commosso per quel gesto inaspettato, che esprime empatia nel senso più totale del termine.
La potenza di un’istantanea diventata virale sul web e che ha raccolto apprezzamenti e condivisioni da parte di molte testate giornalistiche e personaggi pubblici. Tra questi il giornalista e scrittore Lorenzo Tosa che scrive: «Medici e infermieri portano biscotti e donano anche un piccolo presepe costruito all’interno di un guscio di noce ai pazienti Covid costretti a trascorrere da soli in un letto d’ospedale il giorno di Natale, lontani dalla famiglia e dai propri cari. Un piccolo grande gesto che commuove chi lo riceve e chi lo guarda, da parte di donne e uomini straordinari che anche il 25 dicembre sono lì in trincea a salvare vite. E non solo quelle. L’immagine simbolo di questo Natale. Grazie!».
Sono stati definiti “eroi”, “angeli”, sono stati applauditi dai balconi di casa ed è stato promesso loro un degno riconoscimento per il lavoro svolto durante i periodi più duri della pandemia, non sempre arrivato a destinazione. Terminata la prima ondata, però, sono anche stati denigrati, offesi e colpiti talvolta anche fisicamente, come ricorda il triste episodio accaduto a Rimini, in cui sono state distrutte le automobili dei sanitari all’interno del parcheggio dell’ospedale o i tanti episodi di violenza contro ambulanze o operatori sanitari in servizio. Ciò che spesso si dimentica è che si tratta di uomini e donne comuni, dediti al proprio lavoro, appassionati, chi più e chi meno, come in ogni altra professione; in prima linea contro ciò che è stato definito per l’intero anno “il nemico invisibile”. Uomini e donne al servizio del sistema sanitario italiano, a diretto contatto con la sofferenza umana e con la grande solitudine che questo periodo ha portato con sé.
Questa immagine, semplice ma d’impatto, ricorda un po’ tutte queste cose. Sono umani e come tali possono commettere anche degli errori. Al tempo stesso, però, sono capaci di gesti straordinari come questo.
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