IL MATTINO
Salute
28.11.2020 - 09:45
Luisa Langone
La Presidente dell’Ordine degli Psicologi di Basilicata Luisa Langone, affronterà uno dei temi più delicati della psicologia: l’importanza del codice deontologico, e le conseguenze di un abuso di professione e conversione della relazione terapeutica in affettivo-sessuale. I codici deontologici delle professioni sanitarie vietano sempre i comportamenti sessuali dopo essere entrati a contatto con il delicato e segreto materiale della mente del paziente. Soprattutto se quello stesso materiale viene utilizzato dal professionista come plagio e convincimento per la/il paziente.
Vorremmo discutere sul codice deontologico degli psicologi. Perché è così importante seguire una guida sull’etica professionale?
Il codice deontologico deve essere come un faro per tutti gli psicologi, rappresenta una guida indispensabile per conoscere ed intervenire in maniera equilibrata e rispettosa in tutti i contesti, contiene una serie di articoli e norme riguardanti i principi generali, i rapporti con l’utenza e la committenza, i rapporti con la società e le norme di attuazione. Grazie al codice gli psicologi possono sviluppare un insieme di conoscenze valide e affidabili da utilizzare per migliorare la condizione sia dell’individuo che della società là dove il riguardo per i diritti e la dignità della persona devono essere considerati di prioritaria importanza.
Il rapporto psicoterapeutico è asimmetrico e non paritario: uno dei due si affida all’altro per affrontare e risolvere un problema di natura personale in un momento di fragilità. Perciò il paziente è sempre in una posizione di inferiorità rispetto al terapeuta che se agisse secondo mancata etica potrebbe approfittare del proprio status per influenzare pensieri e comportamenti e ottenere in modo illegittimo favori sessuali. Cosa avviene nel/nella paziente vittima di questi abusi? Perchè spesso cade in questo circolo vizioso senza più capacità di uscirne?
Il rapporto psicoterapeutico deve essere necessariamente asimmetrico nella misura in cui il terapeuta deve cercare il più possibile di essere neutro ed equidistante riducendo al minimo i riferimenti alla sua persona, per non indurre nel paziente facili proiezioni che potrebbero rendere meno agevole l’efficacia di un processo psicoterapeutico. La fragilità del paziente dipende dalle caratteristiche della sua personalità e non dall’asimmetria del rapporto terapeutico, che invece è una garanzia dell’efficacia e dell’efficienza del rapporto stesso, pertanto uno psicoterapeuta che dovesse abusare del suo ruolo e della sua funzione attraverso atteggiamenti che esulano dal rapporto professionale deve essere segnalato all’Ordine di appartenenza. Nel caso di una paziente a cui sono stati chiesti favori sessuali, il terapeuta ha chiaramente abusato della sua funzione, probabilmente plagiando la paziente e utilizzando la sua fragilità per i suoi scopi personali. Nella mente della paziente possono determinarsi sentimenti di rabbia, delusione, vergogna. tendenze all’autoaccusa e all’autocolpevolizzazione, difficoltà nella sfera affettiva e identitaria accompagnate da dinamiche di vuoto e solitudine che possono portare la vittima a non denunciare, perpetuando una condizione di estremo disagio e sofferenza.
Un professionista deontologicamente formato e qualitativamente preparato è consapevole che una relazione psicoterapeutica che si converte in relazione affetivo-sessuale può sfociare in una vera e propria condizione di dipendenza, in cui il/la paziente è succube del proprio terapeuta, il quale può utilizzare in modo manipolatorio le tecniche di cui dispone per soggiogare, fino alla commissione di veri e propri reati di abuso. In questo caso quali sono le conseguenze per il terapeuta? E quali le possibilità di recupero del paziente?
Sicuramente uno psicoterapeuta formato è consapevole delle conseguenze di dipendenza che il suo atteggiamento ha prodotto, le conseguenze per un reato cosi grave sono altrettanto gravi, in particolare, l’Ordine degli psicologi può deliberare una sanzione di radiazione dall’albo per evitare che il sedicente professionista possa continuare ad esercitare. Le possibilità di recupero per la paziente sono invece numerose e devono essere utilizzate subito, ad esempio il primo segnale di recupero è quello di interrompere la relazione e denunciare l’accaduto, cosi come risulta estremamente di aiuto rivolgersi ad uno psicoterapeuta serio e professionale per una psicoterapia di presa in carico globale della persona e del suo trauma.
In Basilicata esistono controlli sulla giusta professionalità dei terapeuti, della legalità dei loro servizi, della qualità della loro preparazione e competenza e del rispetto della privacy? C’è qualcosa che si potrebbe migliorare per aiutare e proteggere i pazienti dallo status di potere di cui lo psicologo potrebbe approfittarsi?
In Basilicata e in Italia non esistono controlli a priori di questi tipo, se non dietro segnalazione; rispetto alla competenza e preparazione, tutti gli psicologi sono tenuti per legge e per rispetto del codice deontologico ad aggiornare periodicamente la propria formazione professionale.
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