IL MATTINO
inchiesta/4
19.11.2020 - 17:44
La task force è a conoscenza di quanto accade negli ospedali? È la domanda che abbiamo posto a Massimo Barresi, ex direttore generale dell'ospedale San Carlo di Potenza fino all'11 agosto di quest'anno. Manca un raccordo tra criticità ospedaliere e burocrati della task force? «Quando è stata costituita la task force non è stata prevista la presenza dei direttori generali e neppure dei direttori amministrativi. Limitatamente al San Carlo posso affermare che nessuno dei tre direttori facesse parte della task force: mi riferisco al direttore generale, al direttore amministrativo e al direttore sanitario. Conseguentemente io non ho partecipato alle decisioni prese in quella sede». Come avete gestito l'emergenza? «Fin quando sono stato direttore generale la gestione dell'emergenza Covid è stata improntata sul massimo rigore. Addirittura in data 27 febbraio, anticipando di qualche giorno le linee guida, abbiamo sviluppato i percorsi pre triage su tutti i presidi ed abbiamo deliberato il piano Covid a giugno. In una prima fase abbiamo sofferto la mancanza di tamponi, perciò li abbiamo espletati in maniera scaglionata ed abbiamo reso il San Carlo centro di riferimento per la processazione dei tamponi Covid lucani, in quanto inizialmente con enormi costi venivano inviati a Bari e a Roma. A seguito di una donazione il centro di processazione è stato implementato anche a Villa d'Agri ed i nostri tremila dipendenti sono stati tutti oggetto di screening. Infine siamo stati altamente scrupolosi per quanto riguarda le sanificazioni. Salvo la fase iniziale, quando alcuni medici del San Carlo avevano avuto contatti con territori del nord Italia e a seguito del problema del contagio di un medico della struttura di Villa d'Agri, fin quando ho rivestito la carica di direttore generale al San Carlo non abbiamo avuto problema alcuno: nessun focolaio e nessun reparto chiuso. I nostri dati venivano trasmessi quotidianamente entro le 10.00 dal nostro direttore sanitario alla task force. Eravamo comunque tutti molto consapevoli che ci sarebbe stata una seconda ondata e ci siamo preparati al peggio: a tutti i presidi avevo inviato un fabbisogno di Dpi per tre mesi, al fine di non essere impreparati come a febbraio. Non facendo parte di nessuna task force io avevo solo la cognizione dell'azienda ospedaliera». Ritiene sia stata una scelta ponderata non avere il direttore generale del principale nosocomio regionale all'interno della task force? «Non voglio dare risposte autoreferenziali ma consiglio di vedere nelle altre regioni come sono composte le task force, perciò non essendo stati chiamati a farne parte, abbiamo partecipato solamente agli indirizzi trasmessi dalla regione ai quali abbiamo sempre adempiuto». Il 13 ottobre, ad esempio, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti ha ricostituito la task force Covid ligure composta da Walter Locatelli e Filippo Ansaldi, rispettivamente commissario straordinario e direttore della Prevenzione in Alisa, da Giancarlo Icardi e da Matteo Bassetti, rispettivamente direttore del Dipartimento di Igiene e primario di Malattie Infettive al Policlinico San Martino e dai direttori generali delle Asl e degli ospedali in ambito metropolitano, infine dal geriatra Ernesto Palummeri. Fu lo stesso Toti a rivendicare la scelta di inserire un geriatra all'interno del gruppo di lavoro, essendo la popolazione anziana maggiormente esposta. (continua)
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