IL MATTINO
covid19
12.11.2020 - 11:26
La situazione del contagio da Covid-19 all'interno delle strutture penitenziarie potrebbe arrecare un serio pericolo non solo per la popolazione detenuta. È molto duro il monito della segreteria generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria): «Si stigmatizza il deprecabile ed insidioso fenomeno degli assembramenti nei luoghi pubblici e, a un tempo, l’elusione dell’obbligo di indossare la mascherina da parte di un non trascurabile numero di persone, occorre anche evidenziare che i luoghi di assembramento in ambito penitenziario, assimilabili alle piazze cittadine e ai parchi pubblici, sono i cortili passeggio ed i corridoi delle sezioni detentive, dove i detenuti vengono autorizzati dalle direzioni penitenziarie a permanere, non solo senza il rispetto della distanza minima tra individui, ma anche esoprattutto senza mascherina, in ambienti talvolta non sufficientemente areati (ad es. i corridoi delle sezioni detentive). Mediante separata corrispondenza tale situazione è stata segnalata ai vertici dipartimentali; tuttavia ad oggi non risultano adottate misure concrete ed efficienti.
A titolo meramente indicativo, poteva contingentarsi l’accesso dei detenuti ai cortili passeggio, sospendere alcune attività ricreative e culturali – come avviene nel periodo estivo – ma, soprattutto adattare il sistema di somministrazione dei pasti alle direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A fronte di tutte le misure previste per gli esercizi pubblici in tema di somministrazione, negli istituti penitenziari il vitto giornaliero viene somministrato con un carrello attraverso il contatto diretto tra l’inserviente e il detenuto beneficiario del pasto; Il primo preleva dal recipiente la pietanza sfusa (ad es. pasta al sugo, carne, patate…) per riversarlo nel piatto/piatti in plastica rigida (non monouso) proteso/i dai fruitori dei pasti, due volte al giorno per tutti i ristretti nelle carceri italiane. Tutto ciò a discapito della disciplina dell’asporto volta a scongiurare i rischi connessi al contagio del COVID 19. Superfluo segnalare che oltre le ore 18.00 nelle sezioni detentive avviene il passaggio di pietanze preparate in precarie condizioni igienico sanitarie nelle celle. In considerazione di ciò ed atteso che l’organizzazione della vita agli interno degli istituti rientra nelle competenze dei Direttori amministrativi,
mentre il controllo sulla legalità ai Comandanti del Reparto – nella loro qualità di ufficiali di P.G e titolari delle funzioni di Pubblica Sicurezza – si chiede: di estendere le convocazioni prefettizie ai predetti ufficiali di PG che
necessitano di muoversi sotto l’egida del Prefetto anche per scongiurare le difficoltà relazionali nei rapporti con il direttore amministrativo gerarchicamente sovraordinato (cfr art 9 l 395/1990); di valutare la praticabilità di controlli da parte delle Aziende del Servizio Sanitario Nazionale sul territorio sulle condizioni igienico-sanitarie in ambito penitenziario nella preparazione e distribuzione del vitto, oltre che dell’idoneità igienica degli ambienti destinati alla socialità e alle attività in comune dei ristretti; di verificare l’impatto della violazione delle norme di prevenzione del contagio sulla comunità esterna posta la migrazione di detenuti in contesti esterni ( es aule di giustizia – ospedali….) con conseguente propagazione del virus.
In ordine a quanto sopra, stante la gravità delle condizioni dianzi richiamate, in attesa di conoscere le eventuali determinazioni/iniziative adottate, a fronte di una situazione di sostanziale sottovalutazione del problema e delle conseguenze insita nei mancati e concreti adempimenti, nell’auspicio che si comprenda finalmente che il carcere, come dai dati
gravemente preoccupanti che stanno pervenendo, è tutt’altro che un ambito “chiuso” in cui il Covid penetra con difficoltà, la presente è anche trasmessa alle Autorità Politiche responsabili per il Dicastero della Giustizia».
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