IL MATTINO
covid19
01.08.2020 - 11:05
il premier Conte ed il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli
Tre avvocati della fondazione Luigi Einaudi di Roma - Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo ad aprile avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio contro il rifiuto di far conoscere i documenti del Comitato tecnico scientifico. La sentenza numero 8615/2020 evidenziava come il governo abbia opposto alla richiesta di accesso ai verbali del Comitato tecnico-scientifico «Solo motivi formali attinenti alla qualificazione degli stessi come atti amministrativi generali, ma non ha opposto ragioni sostanziali attinenti ad esigenze oggettive di segretezza o comunque di riservatezza degli stessi al fine di tutelare differenti e prevalenti interessi pubblici o privati». Inoltre il Tar sottolineava come il governo, «Dopo aver espresso il diniego di accesso ai richiedenti ha concluso con formula illogica e contraddittoria precisando che in ogni caso, resta salva la facoltà per questa Amministrazione di valutare l’ostensibilità, qualora ritenuto opportuno, di tali verbali al termine dello stato di emergenza». Per questi motivi, il Tar del Lazio aveva deciso che «La ratio dell’intera disciplina normativa dell’accesso impone di ritenere che se l’ordinamento giuridico riconosce, ormai, la più ampia trasparenza alla conoscibilità anche di tutti gli atti presupposti all’adozione di provvedimenti individuali o atti caratterizzati da un ben minore impatto sociale, a maggior ragione deve essere consentito l’accesso ad atti, come i verbali in esame, che indicando i presupposti fattuali per l’adozione dei descritti DDPCM, si connotano per un particolare impatto sociale, sui territori e sulla collettività».
Il Consiglio di Stato ha accolto nella giornata di ieri il ricorso presentato dal governo contro la suddetta sentenza del Tar Lazio che aveva sancito l’accessibilità ai documenti del comitato tecnico scientifico che avevano indotto l'esecutivo ad applicare il lockdown. La decisione è assunta solo in via cautelare in vista della sentenza di merito prevista il 10 settembre. Si tratta di rendere pubbliche ed appunto "accessibili" le informazioni che hanno ispirato i rigidi dpcm emergenziali del premier Conte. Il Consiglio di Stato, con decreto cautelare monocratico ha sospeso l’effetto della sentenza del Tar Lazio che consentiva l’accesso ai verbali del Comitato tecnico scientifico sull’emergenza Covid, accesso che era stato reclamato dalla Fondazione Einaudi.
«Il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno demandare la decisione cautelare al collegio, fissando la camera di consiglio per il prossimo 10 settembre, per non pregiudicare definitivamente l’interesse dell’amministrazione contraria all’ostensione degli atti in attesa della decisione del collegio» decisione che «sarebbe inutile ad ostensione degli atti avvenuta» vista la materia «meritevole di approfondimento» giuridico.
Nel decreto cautelare depositato ieri si rileva, che tali verbali «Hanno costituito il presupposto per l’adozione di misure volte a comprimere fortemente diritti individuali dei cittadini, costituzionalmente tutelati, ma non contengono elementi o dati che la stessa appellante abbia motivatamente indicato come segreti». E ancora, che «Le valutazioni tecnico-scientifiche si riferiscono a periodi temporali pressocché del tutto superati» e che «La stessa Amministrazione, riservandosi una volontaria ostensione, fa comprendere di non ritenere in esse insiti elementi di speciale segretezza da opporre agli stessi cittadini». Nel decreto monocratico si legge anche: «Non si comprende, proprio per la assoluta eccezionalità di tali atti», perché debbano essere inclusi «nel novero di quelli sottratti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, giacché la recente normativa – ribattezzata freedom of information act sul modello americano – prevede come regola l’accesso civico» e come eccezione la non accessibilità.
"È grave aver fatto l'appello perché dimostra che il governo non è disponibile ad essere trasparente su atti così importanti - dice l'avvocato Andrea Pruiti Ciarello, consigliere di amministrazione della fondazione Einaudi- Atti che hanno compresso i diritti e le libertà costituzionali per i cittadini come mai nella storia della repubblica". L'invito della Fondazione è quello di ritirare il ricorso e così "consentire ai cittadini di giudicare le scelte dell'esecutivo".
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