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Sogno a Sud, nella visione del regista Solito i Sassi di Matera affascinano e ispirano Salvador Dalì

L’universo daliniano e lo splendore del Sud trovano il loro posto a Matera, in un libro e un cortometraggio firmati da uno scrittore pugliese

Sogno a Sud, nella visione del regista Solito i Sassi di Matera affascinano e ispirano Salvador Dalì

La foto più recentemente pubblicata sul suo profilo Instagram è quella in bianco e nero del maestro materano della cartapesta Michelangelo Pentasuglia, che negli anni ha realizzato numerose volte il carro trionfale in occasione della festa della Madonna della Bruna. Si parla di Carlos Solito, pugliese, scrittore, fotografo, regista e giornalista pugliese innamorato della città dei Sassi. Già autore de “La ballata dei Sassi”, ha pubblicato per il Gruppo Mondadori “Sogno a Sud – Salvador Dalì a Matera” definito come “un dialogo fotografico tra l'artista e la sua musa, le sue opere e gli artisti del passato”. Si tratta di un libro fotografico risalente allo scorso inverno che ripercorre una sorta di viaggio onirico tra il paesaggio dei Sassi di Matera avvolti dal loro fascino ancestrale e la psiche di uno degli artisti più amati del secolo scorso, lo spagnolo Salvador Dalì. A ispirare l’autore probabilmente ha contribuito la mostra che Matera ha ospitato dal titolo “Salvador Dalì – La persistenza degli opposti”. Ancora oggi si possono ammirare per le strade della città alcune sculture che rimandano alla mostra allestita nel complesso delle Chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci.
Dalì osserva la città, ne coglie l’unicità attraverso il suo sguardo, dialoga con sua moglie Gala e con i protagonisti delle sue opere. Realtà e finzione, sogno, poesia, simbologia si mescolano nel racconto della città e dell’universo daliniano.
Si è tornati a parlare del lavoro dell’autore pugliese perché “Sogno a Sud” non è più solo un libro: l’opera ha dato vita a un cortometraggio di cui Solito è il regista. L’impronta visionaria e surreale si è conservata anche nella resa cinematografica, in cui si ritrova ancora una volta a fare da sfondo una Matera trasformata in una tela. I richiami alle opere di Dalì sono numerosi, quasi ad omaggiare l’artista e la città stessa. In pochi minuti lo spettatore viene catapultato in un’altra dimensione, traghettato da un Dalì, interpretato da Antonio D’Emilio, munito di bastone da passeggio e pennello che incontra quelli che diventeranno i protagonisti dei suoi quadri.
L’originalità del cortometraggio firmato da Solito risiede nell’anacronismo insito nella scelta audace di collocare Salvador Dalì e il suo mondo nel paesaggio lunare lucano. Arte, letteratura e psicologia sono sapientemente mescolati ed equilibrati in un tempo brevissimo. D’altronde non ci si poteva aspettare nulla di diverso per celebrare la genialità dell’artista spagnolo, autore di opere senza tempo in grado di sfidare le regole e i canoni della tradizione, e la bellezza intramontabile del Sud e di Matera.

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