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Ambiente

Anche il Mibact dice no al parco eolico nel territorio dell'Alto Bradano

Ventuno le osservazioni, realizzate da enti, associazioni e comuni cittadini a contrasto dell’impianto

Tutti negativi gli oltre 150 tamponi del Centro di Riabilitazione "Fondazione Don Gnocchi" di Acerenza

Fernando Scattone

«Il grande impegno dell'Amministrazione Comunale di Acerenza, la forza della città di Acerenza che unita ha detto No, il No delle associazioni e degli imprenditori agricoli, hanno consentito di difendere il territorio e il proprio futuro. Il No della Sovraintendenza e infine il No, di queste ore, del Mibact sono straordinari. Complimenti e grazie a tutti i protagonisti coinvolti in modo concreto e vincente in questa battaglia» questo il commento di Fernando Scattone, sindaco di Acerenza, alla lettura del documento.

Nel testo sono state sottolineati alcuni pareri elaborati da enti, associazioni e comuni cittadini a contrasto dell’installazione dell’impianto. Tra essi è importante sottolineare l’apporto del Wwf Potenza, della Coldiretti Potenza, della Pro loco di Acerenza, dell’associazione Antigone 2, di numerose aziende agricole, di privati cittadini ed ovviamente del Comune di Acerenza. L’impatto negativo sul patrimonio paesaggistico è uno dei fulcri del documento stilato l’8 luglio in cui si legge «Gli ambiziosi progetti di centrali eoliche portati avanti da Regioni con vasti patrimoni paesaggistici dovrebbero tener conto dell’impatto negativo sul patrimonio paesaggistico» e ancora «è necessario individuare percorsi tecnologici innovativi compatibili con la conservazione del paesaggio della tradizione». Fondamentale per il parere del Mibact anche l’identificazione del territorio con il suo paesaggio agrario quale bene collettivo da tutelare ed indubbiamente fonte di lavoro, in questi luoghi infatti permangono colture che mostrano persistenze storiche millenarie. Un ulteriore punto trattato è quello relativo alla presenza di Beni architettonici di interesse culturale gravanti sia nelle aree interessate al progetto e sia nelle vicinanze. Il luogo individuato per l’installazione è stata oggetto di studi, la bibliografia è infatti molto vasta e cita la presenza archeologica che fa riferimento soprattutto all’epoca daunia romana. Vengono inoltre citati gli scavi che avrebbero potuto incidere negativamente come per esempio quello relativo alla torre Acr01 e del cavidotto interno per la presenza di una unità topografica di interesse archeologico. Il parere contrario del Mibact concede un'ulteriore speranza ai cittadini dell'area coinvolta e alle sue istituzioni che dall'inizio della questione si sono opposte con forza e con impegno al mega impianto. 

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