IL MATTINO
Nutrizione
13.06.2020 - 11:52
La vitamina D è una vitamina liposolubile che svolge un ruolo importante nell'omeostasi del calcio e nel metabolismo osseo. La carenza di vitamina D può causare osteomalacia e rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti. La fortificazione del latte con vitamina D negli anni Trenta fu efficace nell'eradicazione del rachitismo nel mondo. Tuttavia, la carenza subclinica di vitamina D è ancora ampiamente diffusa sia nei paesi sviluppati, che in quelli in via di sviluppo con una prevalenza mondiale fino a 1 miliardo. Questa carenza subclinica di vitamina D è associata a osteoporosi, aumento del rischio di cadute e fratture da fragilità. Molti recenti studi contrastanti mostrano ora un'associazione tra carenza di vitamina D e cancro, malattie cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni e depressione. La sintesi cutanea e l'apporto dietetico (fegati di pesce grasso, cibo fortificato) sono le principali fonti di ergocalciferolo (D2) e colecalciferolo (D3), entrambi convertiti in 25-idrossi-vitamina D2 e 25- idrossi-vitamina D3 rispettivamente nel fegato dall'enzima epatico 25-idrossilasi. Sia D2 che D3 vengono quindi convertiti nella forma più attiva di vitamina D nei reni. Questa vitamina D attiva aumenta l'assorbimento intestinale di calcio e riassorbimento osseo e diminuisce l'escrezione renale di calcio e fosfato. La carenza di vitamina D può derivare da diverse cause, la prima è riconducibile a una ridotta assunzione e assorbimento dietetico. Alcune sindromi da malassorbimento come la celiachia, la sindrome dell'intestino corto, il bypass gastrico, la malattia infiammatoria intestinale, l'insufficienza pancreatica cronica e la fibrosi cistica possono portare a carenza di vitamina D. Una minore assunzione di vitamina D per via orale è più diffusa nella popolazione anziana. Un'altra causa è la riduzione dell'esposizione solare. Circa il 50 per cento -90 per cento di vitamina D viene assorbito attraverso la pelle attraverso la luce del sole, mentre il resto proviene dalla dieta. Per prevenire la carenza di vitamina D sono necessari venti minuti di sole al giorno con oltre il 40 per cento di pelle esposta. La sintesi cutanea di vitamina D diminuisce con l'invecchiamento. La ridotta esposizione al sole osservata in soggetti istituzionalizzati o che hanno ricoveri ospedalieri prolungati può anche portare a carenza di vitamina D. L'efficace esposizione al sole è ridotta negli individui che usano costantemente i filtri solari. L'assunzione di farmaci che inducono degradazione della vitamina D è sicuramente un'altra causa di carenza. Farmaci come fenobarbital, carbamazepina, desametasone, nifedipina, spironolattone, clotrimazolo e rifampina inducono enzimi epatici p450 che attivano la degradazione della vitamina D. La vitamina D svolge un ruolo cruciale nell'omeostasi del calcio e nel metabolismo osseo. Con carenza cronica o grave di vitamina D, un declino dell'assorbimento intestinale di calcio e fosforo porta a ipocalcemia con conseguente iperparatiroidismo secondario. Questo iperparatiroidismo secondario porta quindi alla fosfaturia e alla demineralizzazione ossea accelerata. Ciò può ulteriormente determinare osteomalacia e osteoporosi negli adulti, osteomalacia e rachitismo nei bambini. È fondamentale seguire un'alimentazione ricca di alimenti contenente vitamina D seppur non sono moltissimi, fondamentale è l'esposizione al sole per almeno una ventina di minuti al giorno, e soprattutto nei bambini e dopo la menopausa è necessario fare integrazione di vitamina D per prevenire patologie come sopra citate. I principali alimenti che contengono questa preziosa vitamina sono: olio di fegato di merluzzo, pesci grassi, in particolare sgombro, aringa, tonno, carpa, anguilla, pesce gatto e salmone, ostriche e gamberi, formaggi grassi, burro, tuorlo d’uovo, funghi e carne di fegato. Occhio però a non esagerare soprattutto in caso di patologie preesistenti di tipo cardiovascolare nell'assunzione di alcuni cibi. Il mio consiglio resta sempre quello di rivolgersi a un professionista serio e preparato.
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