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Settore Nozze

Il collasso del comparto wedding travolge migliaia di professionisti della fotografia, parla il potentino Giuseppe Lotito: «Continuare a formarsi per affrontare il futuro»

«Stiamo vivendo un periodo complicatissimo. Presto tutto questo finirà e torneremo a lavorare, meglio farsi trovare pronti»

Il collasso del comparto wedding travolge migliaia di professionisti della fotografia, parla il potentino Giuseppe Lotito: «Continuare a formarsi per affrontare il futuro»

Giuseppe Lotito

«La parte più importante del mio lavoro è narrare storie» affermava Steve McCurry in riferimento alla mission della fotografia. Si possono raccontare migliaia di emozioni sotto forma di immagini: il dolore, la felicità, la gioia, il panico. Ci sono professionisti che hanno deciso di specializzarsi nella narrazione del matrimonio, immortalando un momento in uno scatto che durerà in eterno. Quando nel primo dopoguerra i fotografi risiedevano solo nei grandi centri, gli sposi partivano dalle piccole cittadine e si recavano negli studi dei professionisti a distanza di tempo dal giorno del “sì”. Indossati nuovamente gli abiti del grande giorno, si mettevano in posa per uno scatto in bianco e nero. Il ruolo della fotografia è sempre stato fondamentale per coltivare la cultura del ricordo sin dalla sua invenzione. Il momento attuale sta segnando un’epoca, migliaia di coppie sono state private della gioia della condivisione di quello che sarebbe dovuto essere uno dei giorni più importanti della loro vita. In molti hanno preferito rinviare le nozze al prossimo anno, annullando le prenotazioni. Giuseppe Lotito è un giovane professionista della fotografia, a dispetto della sua età ha già un importantissimo bagaglio di esperienza alle spalle. È molto conosciuto per i suoi scatti dedicati alle nozze anche se la sua attività lavorativa non si è mai concentrata esclusivamente sul settore del matrimonio, si occupa infatti di fotografia a tutto tondo.

Da imprenditore come sta vivendo questo momento?

«In pochi mesi sono cambiati i programmi ideati per i progetti che stavamo svolgendo, abbiamo dovuto trovare il modo e la forza per non cedere alla stanchezza soprattutto mentale a cui la riorganizzazione forzata ci ha costretto. L'insicurezza che questo periodo ha creato, d'altronde, è il grande ostacolo per qualsiasi programmazione a breve termine ma tuttavia non si può perdere di vista la mission che avevo in testa quando ho deciso di iniziare questa attività in proprio: raccontare emozioni. Oggi inizia la vera sfida per me ed il mio team, quella di tornare a lavorare al meglio mantenendo al centro il rapporto diretto che abbiamo sempre avuto con i nostri sposi nonostante la paura ben evidente negli occhi delle persone che probabilmente ci accompagnerà ancora per un po’».

Molti gli appuntamenti del 2020, un anno che si presentava con degli ottimi presupposti. Cosa rappresentava per Lei?

«Il 2020 per me sarebbe stato l'anno x, dopo il primo periodo dedicato all’avviamento dell'attività in proprio avrei potuto esprimere definitivamente il mio concetto di fotografia matrimonialista. Il 2020, l'anno in cui le date si erano raddoppiate, i rapporti stretti con i collaboratori erano stati consolidati definitivamente, l’anno degli investimenti per l'acquisto di attrezzature nuove e per la sistemazione del mio studio privato. Aveva tutti i presupposti per essere pieno di avvenimenti, ma che invece mi porterà ad approfondire altri progetti personali e a dedicarmi a ciò di cui proprio non si può fare a meno nel mio campo, la formazione. Tutto questo ovviamente nei limiti delle possibilità economiche, le tasse e gli investimenti fatti andranno comunque pagati».

Cosa si sentirebbe di chiedere al Governo? Di cosa necessita il tuo settore?

«In questo periodo di forte incertezza vorrei che il Governo prenda coscienza della difficoltà che il nostro settore vive e che purtroppo non resterà circoscritta al periodo della fase uno. Noi noi non riprenderemo a lavorare neanche in questa fase due e fino alla prossima stagione primaverile quando ripartiranno i matrimoni. Non avremo solo un calo di fatturato ma un vero e proprio azzeramento! Le date di quest'anno sono state posticipate al prossimo e per quanto mi riguarda un paio addirittura perse a causa delle date non più disponibili. La questione quindi va ben oltre il semplice fermo di un periodo ristretto, dal momento che secondo i dati dell’Ansa il settore crea un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro tra coppie estere che vengono a sposarsi in Italia (circa 500 milioni di euro di fatturato) e matrimoni italiani».

Gli sposi la contattano? Come si sta evolvendo la situazione?

«La preoccupazione iniziale ora sta passando, per lasciare spazio alla paura per la riorganizzazione con i fornitori. Le coppie inizialmente chiamavano per chiedere informazioni, consigli o magari per un semplice sfogo emotivo ora invece siamo nella parte più operativa, si ritorna ad organizzare nello specifico il loro matrimonio riconsiderando la nuova data e magari il nuovo periodo dell'anno in cui si sposeranno. I timori restano sempre gli stessi: il virus va via? E se il prossimo anno siamo nelle stesse condizioni? Fortunatamente la mia attività lavorativa non si è mai concentrata esclusivamente su di unico settore, il mio core business è la fotografia a tutto tondo, per cui in questo periodo sono riuscito a concentrarmi sulla creazione del mio sito personale, sulla cura delle aziende dei miei clienti e sulla progettazione di nuove e vecchie idee che da anni avevo messo da parte. Presto tutto questo finirà e torneremo a lavorare, meglio farsi trovare pronti».

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