IL MATTINO
Crisi profonda
18.05.2020 - 13:22
Rossella Romano e Rosamaria Petrillo svolgono da circa dieci anni l’attività di wedding planner e gestiscono un negozio di fiori e oggettistica a Marsico Nuovo, in provincia di Potenza.
La pandemia che sta colpendo il mondo in questo momento sta portando con sé strascichi in ogni settore possibile. Quello del wedding, ad esempio, è uno dei più colpiti dalla crisi economica scatenata dal Coronavirus e anche quello sul quale non è ancora possibile dare delle risposte chiare. Rimane da capire, infatti, in che modo potranno celebrarsi i matrimoni, con quante persone, per quanto tempo ancora si dovrà mantenere un rigoroso distanziamento sociale e così via. Non è facile trovare la giusta soluzione in un territorio in cui i matrimoni prevedono centinaia di invitati e in cui gli auguri agli sposi diventano un rito per benedire la nuova unione. Per comprendere in pieno ciò che è accaduto in questo settore la redazione del Mattino di Basilicata ha contattato due wedding planner che lavorano nella nostra regione, e non solo.
Rossella Romano e Rosamaria Petrillo svolgono da circa dieci anni l’attività di wedding planner e gestiscono un negozio di fiori e oggettistica a Marsico Nuovo, in provincia di Potenza. Il loro lavoro si svolge in assoluta simbiosi con gli sposi, soprattutto con la sposa, della quale si arriva a comprenderne i gusti, gli umori e prevederne le richieste. Le wedding planner, quindi, accompagnano la sposa nella scelta dell’abito, dei fiori, degli addobbi, insieme si ragiona sulla location, sugli allestimenti, sulle tonalità e lo stile da seguire e, non per ultimo, sul budget. Un esempio di imprenditoria al femminile, nata da una passione comune, che ha dovuto fare i conti con una pandemia globale che ha bloccato un settore fino a data da destinarsi. La perdita che le due imprenditrici hanno avuto è stata duplice: nel commercio al dettaglio dei loro articoli e nell’organizzazione dei matrimoni.
A partire dall’8 marzo, con un decreto del Presidente del Consiglio, sono stati annullati tutti i matrimoni e le celebrazioni religiose. A quanti eventi avete dovuto rinunciare in questo periodo?
«Avevamo in programma venti matrimoni e, per il momento, ne sono “saltati” diciotto, ma soltanto perché una delle nostre spose spera di poter celebrare il suo matrimonio ad agosto in una condizione di semi-normalità, così come lo aveva programmato. Mentre, per un altro matrimonio in programma, si sta pensando di procedere con pochi invitati, circa una decina in chiesa e una ventina al ristorante. Ovviamente a patto che le misure di sicurezza lo consentano, e che i ristoratori lo accettino. Infatti, ci tengono a rispettare alla lettera i decreti e attendono pazientemente di capire come muoversi. Oltre ai matrimoni abbiamo perso altri grandi eventi, come compleanni e soprattutto comunioni, per le quali avremmo dovuto realizzare gli addobbi in chiesa. Inoltre, avevamo già acquistato materiale per la realizzazione delle bomboniere, sia per i matrimoni che per le comunioni. La perdita, quindi, si registra soprattutto nelle spese che abbiamo affrontato in anticipo: per i matrimoni che organizziamo ci riforniamo di oggettistica che poi utilizziamo per abbellire e decorare la chiesa, le case degli sposi, per il ristorante e soprattutto per la realizzazione dei buffet, in cui diamo spazio alla creatività e per cui è necessario una grande quantità di materiale».
Avete pensato a come riorganizzarvi non appena saranno consentiti i matrimoni e soprattutto i festeggiamenti?
«Per fortuna, i matrimoni che avevamo in programma nel 2020 sono stati riconfermati e rimandati al 2021. Sappiamo di alcune nostre colleghe che, in costiera amalfitana, si stanno organizzando per rimandare i matrimoni a novembre o dicembre di quest’anno. Per noi, per esempio, sarebbe impossibile. Mentre loro si ritrovano a gestire matrimoni con un centinaio di persone, per noi è diverso perché i matrimoni tradizionali prevedono almeno trecento invitati che sarebbero difficili da gestire nelle strutture che abbiamo a disposizione nelle nostre aree. Con le norme di distanziamento sociale vigenti sarebbe impensabile trovare lo spazio necessario per ospitare trecento persone e, purtroppo, nessun ristorante potrebbe rispondere a questa necessità. Per il momento, stiamo pensando a come gestirli nel prossimo anno, insieme ai nuovi incarichi che avremo. Non sarà facile e, probabilmente, avremo bisogno di più aiuto, ma vogliamo essere ottimiste».
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