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L’emergenza in Basilicata

La vita degli anziani all’interno della Casa di riposo “Antonio D'Alessio” Onlus di Acerenza, blindata per sicurezza dal 5 marzo

«Al momento non abbiamo necessità specifiche, ma il dono di alcuni tablet sarebbe davvero gradito per permettere ai nostri ospiti di vivere ancor più serenamente questo momento»

La vita degli anziani all’interno della Casa di riposo “Antonio D'Alessio” Onlus di Acerenza blindata per sicurezza dal 5 marzo

Monsignor Rocco Antonio Cardillo

La casa di riposo per gli Anziani del lavoro di Acerenza è dedicata al fondatore, il cavaliere D’Alessio, che aveva perso moglie e figlia e che decise di dedicarsi ai più poveri, fondò infatti la casa di riposo che basava all'epoca il suo sostentamento grazie alle donazioni di molti benefattori. Ora la struttura è una Onlus il cui presidente viene designato dalla Curia, la gestione della casa è svolta con l’assistenza e il contributo della chiesa e un piccolo contributo del Comune di Acerenza. Gli anziani ospitati, che pagano una retta all’ente, sono quaranta con diciotto dipendenti specializzati e tre suore. «Abbiamo fatto richiesta dei tamponi per i nostri quaranta anziani e gli operatori - afferma Monsignor Rocco Antonio Cardillo, Presidente del Cda Casa di Riposo “Antonio D'Alessio” Onlus -   non essendo una Rsa non sono obbligatori ma sono stato io a richiederli come ente privato per una maggiore cautela degli anziani».

Qual è stata l’attenzione rivolta alla Casa di riposo da parte dei privati e degli enti pubblici?

«Il Comune di Acerenza ci ha donato una fornitura di mascherine, anche la Farmacia ne ha regalato delle altre. Il sindaco e l’amministrazione non ha mai fatto mancare il suo sostegno. Alcuni privati ci hanno fatto dono di alcune colombe. Ma essendo noi un ente privato non possiamo pretendere che ci venga fatto dono di qualcosa in particolare, è un fatto personale quello di avere una premura, una attenzione nei nostri confronti».

Quali sono state le prime iniziative intraprese all’inizio dell’emergenza?

«Appena il Governo ha emanato il Dpcm, il 4 di marzo, mi sono preoccupato di ostacolare l’accesso agli esterni, blindando la struttura ai parenti degli anziani. Mi sono attenuto alle richieste dello Stato, non abbiamo dal 5 marzo la possibilità di far entrare le persone.  Fino a qualche giorno fa il tempo non era molto clemente, abbiamo evitato di far uscire gli ospiti della nostra casa di riposo, quando il clima lo permetterà possono uscire a prendere una boccata d’aria sempre all’interno del giardino della nostra struttura senza avere contatti con l’esterno mantenendo le distanze di sicurezza. Molti sono allettati, ma gli anziani che hanno una buona mobilità uscivano fuori per la passeggiata giornaliera per le vie del paese, adesso non è possibile. L’accesso come dicevo è consentito solo agli operatori, infermieri e ai dottori. Anche i nostri fornitori lasciano i beni e la merce all’esterno vicino ai nostri cancelli e si allontanano. Anche il nostro Vescovo, è venuto a salutare gli anziani e a fare una preghiera insieme a loro ma sempre dall’esterno, a debita distanza».

Sono state previste spese importanti per l’acquisto di Dpi e di materiale igienico?

«Il Comune realizza una sanificazione periodica nella nostra struttura. Come ente ci siamo dovuti attrezzare per fronteggiare l’emergenza, abbiamo infatti acquistato dei dispositivi, strumenti per la sanificazione quotidiana, tute per gli operatori, occhiali, tutte spese non previste dal nostro bilancio ma necessarie. Abbiamo molta cura dei nostri ospiti, lo facciamo sempre ma in questo periodo ancora di più».

Vediamo spesso le immagini di alcuni degenti che grazie all’ausilio della tecnologia possono ristabilire un contatto, seppur minimo ma essenziale, con i propri cari. Come vi state muovendo? Avete necessità di tablet?

«Alcuni dei nostri operatori hanno messo a disposizione i propri smartphone, anche per il momento dei pasti o per il saluto della sera. Qualche familiare ha chiesto questa interazione e soprattutto un nostro operatore, Cesare, permette questo scambio di videochiamate col suo cellulare. Perché no, sarebbero davvero molto utili per meglio rasserenare i famigliari soprattutto, vedere il volto dei figli, dei nipoti è un aiuto grande. Al momento non abbiamo necessità specifiche, ma il dono di alcuni tablet sarebbe davvero gradito per permettere ai nostri ospiti di vivere ancor più serenamente questo momento».

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