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L'epidemia in Basilicata

Coronavirus, la denuncia del tenente Di Bello: «Uso improprio dei tamponi»

«Ciò che sconvolge è che i cittadini che realmente avevano bisogno di essere sottoposti a tampone, perché sintomatici o addirittura in gravi condizioni di salute, abbiano dovuto aspettare fino a due settimane per poterlo ottenere»

Tutta la storia del tenente Di Bello come non l'ha mai raccontata: «Ecco perché mi hanno messo in panchina»

Peppe Di Bello (foto Gianfranco Vaglio)

Le associazioni Liberiamo la Basilicata ed Ehpa, tramite il loro legale rappresentante Giuseppe Di Bello, hanno presentato una denuncia alla Procura Generale, al Ministro della Salute e all’Autorità nazionale anticorruzione. La denuncia si riferisce a un uso improprio dei tamponi utilizzati per segnalare la positività al Covid-19.
«Un esempio di uso improprio dei tamponi ci viene dato dalla comparazione con altre Regioni d’Italia. Infatti, mentre abbiamo un rapporto uno a tre in Valle d’Aosta ovvero 631 casi accertati su 1.717 tamponi eseguiti, nello stesso giorno, preso come riferimento, in Basilicata abbiamo 237 casi accertati su 2.262 tamponi eseguiti» cita la denuncia presentata dal tenente. Dunque, sembra esserci qualcosa che non quadra. I numeri dei tamponi negativi sembrano molto alti, ma contemporaneamente aumentano le denunce per i ritardi nell’ottenimento del tampone da parte di molti utenti.
Il tenente spiega come sia arrivato a formulare questa denuncia e cosa lo abbia spinto a chiedere giustizia a gran voce: «Molto probabilmente c’è stato un abuso nella somministrazione dei tamponi a persone che non manifestavano alcun sintomo, né tantomeno erano state in contatto con dei positivi al Coronavirus, altrimenti non si spiegherebbe un numero così alto di negativi. Ci risulta che i dirigenti della direzione generale del dipartimento sanità della Regione Basilicata si siano sottoposti a tampone con la scusante di avere contatti con medici, considerati probabile fonte di contaminazione. Ciò che sconvolge ancora di più, inoltre, è che i cittadini che realmente ne avevano bisogno, perché sintomatici o addirittura in gravi condizioni di salute, abbiano dovuto aspettare fino a due settimane per poterlo ottenere. Ricordiamo il caso del giornalista e del rappresentante di bibite, entrambi di Potenza e molto noti, che sono venuti a mancare nelle ultime settimane. Li conoscevo personalmente e la notizia della loro scomparsa mi ha suscitato un misto di dolore e rabbia all’idea che si sarebbe potuto fare di più». Il tenente Di Bello, nella sua denuncia, riassume i fatti che hanno riguardato due delle vittime del Covid-19, note ai più a seguito delle denunce social effettuate dai parenti dei contagiati. Le loro richieste di aiuto erano il risultato di continue telefonate fatte a chi di competenza per poter ottenere un tampone, alle quali era seguito «un rimpallo di responsabilità», come si legge nello sfogo social del figlio di una delle vittime. Le testimonianze raccolte all’interno della denuncia del tenente sottolineano come spesso siano stati minimizzati i loro sintomi e siano stati derisi per le loro preoccupazioni.
«Non è accettabile che i tamponi destinati a persone sintomatiche o ancora peggio a chi si trova ogni giorno in prima linea contro il virus come medici, infermieri, oss e così via siano stati impropriamente utilizzati per chi non ne aveva effettiva necessità. Questo ha causato, da un lato, gravi ritardi nella cura del virus, che potrebbero esser stati fatali per le vittime del Covid, e dall’altro aver causato dei ritardi nella riapertura di interi reparti in cui si attendevano i risultati del personale sanitario». È questo il caso dell’ospedale di Villa d’Agri, in cui molti hanno dovuto aspettare anche due settimane prima di essere tamponati, nonostante i casi di positività all’interno del nosocomio. Anche riguardo la situazione dell’ospedale di Villa d’Agri Di Bello solleva dei dubbi: «Si tratta di un caso limite per cui non è stato applicato il protocollo, soprattutto per quanto riguarda la sanificazione, mettendo a rischio l’intero personale sanitario. Ci risulta che 50 operatori sanitari stiano aspettando di fare il tampone, mentre altri attendono l’esito da una settimana. Sarebbe necessario utilizzare tutti i mezzi possibili per rendere salubri le strutture ospedaliere e non solo. Siamo in una situazione in cui non possiamo permetterci una carenza di personale o ancora peggio una propagazione del virus, dati i pochi posti in terapia intensiva e, al momento, l’assenza di ospedali al di fuori di Potenza e Matera che possano ospitare i malati Covid. Per poter garantire un’adeguata assistenza a tutte le persone che lo necessitano sarebbe importante dare la possibilità a più territori di gestire l’emergenza. Mi rendo conto che la situazione sia nuova e complessa, ma proprio per questo bisognerebbe gestirla con maggiore umiltà e apertura: attendiamo risposte dalle autorità politiche e sanitarie della Basilicata».

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