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Il lucano Boccia era considerato il peggior regista italiano mai esistito

Tanio da Potenza, l'Ed Wood Italiano

I suoi film invece sono stati rivalutati

Tanio da Potenza, l'Ed Wood Italiano

Memorabile la battuta di Alberto Sordi che Fellini ha ricordato, dopo aver ricevuto la notizia del suo quarto premio Oscar con Amarcord, fu chiamato da Alberto Sordi che gli disse: «Federico, non t'hanno premiato, questa volta è toccato a Tanio Boccia!». Nell'intervista, commentò quello scherzo soffermandosi sulla fama quasi leggendaria di Tanio Boccia, regista di pochi mezzi e tanta voglia di fare

Firmava le sceneggiature e girava i film con lo pseudonimo di Amerigo Anton, ma i più buoni lo chiamavano l’ Ed Wood italiano i più cattivi lo deridevano come il peggior regista italiano.

Memorabile la battuta di Alberto Sordi che Fellini ha ricordato, dopo aver ricevuto la notizia del suo quarto premio Oscar con Amarcord, fu chiamato da Alberto Sordi che gli disse: «Federico, non t'hanno premiato, questa volta è toccato a Tanio Boccia!». Nell'intervista, commentò quello scherzo soffermandosi sulla fama quasi leggendaria di Tanio Boccia, regista di pochi mezzi e tanta voglia di fare.

 

 Tanio Boccia- all’anagrafe Camillo Tanio- nato a Potenza in Basilicata il 4 aprile 1912 in realtà girò una trentina di film, spaziando  tra i diversi generi : dal peplum allo spaghetti western, sotto lo pseudonimo di Amerigo Anton.

In realtà Boccia iniziò bene a Cinecittà, seppur in ritardo scoprì il cinema a 40 anni, nel periodo d’oro di Cinecittà degli anni 60, quando tra grandi nomi anche d’oltreoceano girava un sottobosco di registi che seppur con pochi mezzi avevano il genio dell’inventiva e della bizzarria nel inventare improbabili sceneggiature o artifici tecnici per sopperire alla mancanza di fondi, pellicole, risorse anche per pagare le comparse. Tanio Boccia era uno di questi, di lui si raccontano incredibili aneddoti come la scena di un western dove erano previste sei  ballerine, ma non avendo soldi poté avere solo 3 comparse e risolse tutto utilizzando uno specchio per raddoppiarle, oppure in un altro western- spaghetti mentre giravano una scena d’amore il carrello ebbe un sobbalzo brusco ed inaspettato, ma Boccia a corto come al solito di soldi non voleva ne poteva sprecare altra pellicola disse di continuare che ci avrebbe pensato di risolvere al doppiaggio: infatti invece di far dire  “cara, ti amo”, fece dire all’attore “è mezzogiorno, sta passando il treno”. 

Era cos’ il lucano, imprevedibile, surreale, bizzarro e frenetico : sceneggiature scritte a tempo di record, ma anche pragmatico, sapendo che non avrebbe mai avuto un produttore o finanziatore  riciclava  scenografie di terza mano, dove hanno appena finito di lavorare registi di fama. Raccoglie le briciole cascate dal tavolo altrui, e non se ne vergogna. Ma quando la lavorazione comporta tagli economici e corse contro il tempo Boccia dirige in modo talmente veloce e pressappochista che sono frequentissimi nei suoi film scivoloni in una comicità ampiamente involontaria. Come ha scritto Kezich indignandosi, rappresentano “una successione di eventi senza capo né coda, con costumi da carnevale povero, trucchi goffi e boati fastidiosi".

(fonte http://colpidiscena.blogspot.it/2012/07/ricorre-oggi-il-trentennale-della-morte.html)

Ma allo stesso tempo aveva fiuto; sia nei generi dove imitando i colossal americani o le tendenze di registi più famosi riusciva a produrre si film a basso costo ma  che piacevano nelle sale di periferia ed anche nella scelta degli attori dove  film Boccia scritturava  di volta in volta attori sconosciuti o volti popolari, stelle sul viale del tramonto o probabili astri nascenti, come Ombretta Colli e Rosalba Neri, Anita Ekberg e Raffaella Carrà, ma anche Moira Orfei, Kirk Morris, Rik Battaglia, Andrea Aureli, Carlo Giuffrè, Fosco Giachetti, Massimo Serato e Richard Harris.

Insomma  non è un regista da Hollywood o da premio della critica da festival internazionale, ma il lucano Boccia nella sua attività di film di serie B fino alla sere Z, nel suo essere trash  come nel mitologico La valle dell' eco tonante, girato a Torcaldara  con improbabili  uomini-talpa che altro non erano che comparse con villosità naturale  alle quali aveva fatto mettere della ancor più bizzarre ed improbabili orecchione finte e con una surreale tattica per far scappare i nemici: suonare dei gong per assordali. Unico, come in alcuni suoi titoli:  Dio non paga il sabato, Studio Legale per un omicidio, Uccidi e muori o Agente X 1-7 Operazione oceano.

Tanio Boccia  con i suoi Maciste, Ursus,Cesare, Ivanhoe  facendo il verso ai Ford o a John Wayne, ispirandosi a Sergio Leone  divenne  quasi lo  zimbello di Cinecittà, trattato da macchietta del cinema, dovuto a un giudizio troppo severo e cinico, senza considerare gli scarsi mezzi tecnici e finanziari di cui disponeva e senza considerare un suo peculiare artigianato cinematografico e una cultura diciamo popolare che infondeva nei suoi film, anche se nessuno gli ha dedicato retrospettive alla fine è stato ricordato in un film a lui dedicato  Il caricatore  commedia in bianco e nero del 1996 scritta, diretta ed interpretata da Eugenio Cappuccio,Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata protagonisti di un film nel film assieme a Gianluca Arcopinto, Vincenzo Marinese, Antonio Ricossa, Francesco Codacci, Silvia Mariotti, Antonio Pascucci, Daniele Pascucci. Il film è dedicato al regista Tanio Boccia.

Questa la trama: La casa di produzione Boccia Film è in grave crisi: ha un solo caricatore di pellicola e Fabio, il titolare, vuole a tutti i costi realizzare un cortometraggio. Nell'impresa coinvolge gli amici Massimo - patito di realismo - ed Eugenio, che invece adora il cinema americano. Reperito un piccolo capitale e coinvolto un misterioso produttore, appassionato di calcio ed incline a coinvolgere i propri artisti in agonistiche gare di pallone, i tre cinefili riescono a redigere la loro sceneggiatura che narra, appunto, delle difficoltà incontrate per realizzare un film. Il film termina in una piccola stazione dei Carabinieri dove, senza volerlo, l'appuntato fornisce loro lo spunto per il finale.

 

 

Un regista con poche luci e molte ombre, ma peccato che sia lasciato nell’oblio. Una delle sue rarissime foto è stata trovata da Roberto Zanni ed inserita nel suo blog http://cinemaitalianodatabase.blogspot.it/2016/10/il-volto-di-tanio-boccia.html si tratta di Luci del varietà girato nel 1950 da Fellini in coppia con Alberto Lattuada.. L’unico film dove Boccia appare, tra l’altro il maestro Fellini ed il lucano nella vita erano grandi amici.

 

La storia del bizzarro Tanio fa pur sempre parte della Storia del cinema italiano, sarebbe interessante se la Lucana Film Commission di Paride Leporace ricordi l’Ed Wood italiano con una retrospettiva, potrebbe essere anche l’occasione di discutere di del periodo d’oro di Cinecittà, dove accanto i capolavori uscivano nel sottobosco della produzione anche i b-movie o le pellicole di serie Z ma che attiravano il pubblico. Tanio Boccia a suo modo è stato il genio degli scarsi mezzi, il regista senza lire, il lucano arrivato per caso nella Hollywood italiana e che non sprecava un metro di pellicola. Prima sbeffeggiato e deriso da qualche tempo rivalutato. LìEd Wood italiano merita che si  parli di lui nella sua Potenza dai buoni esordi alle pellicole istrioniche con tre ballerine moltiplicate grazie ai giochi di specchi. Del resto il cinema è magia ed illusione.  Lanciamo un appello a Paride Leporace: ricordiamo il “peggior cineasta italiano”.

 

FILMOGRAFIA tratta da http://colpidiscena.blogspot.it/2012/07/ricorre-oggi-il-trentennale-della-morte.html

 Dramma sul Tevere (drammatico, 1952) 

Con Renato Baldini, Bianca Doria , Aldo Fiorelli, Zina Rachewski

Anna, perdonami (drammatico, 1953)

Sceneggiatura di Alberto Albani Barbieri e Mario Moroni. Con Aldo Fiorelli, Maria Frau, Silvana Jachino, Tamara Lees, Marisa Merlini. Produz. Videor Film. 

Traguardi di gloria (documentario, 1957)

Film di montaggio sulle vittorie italiane nel corso dei giochi olimpici

Arriva la banda (drammatico, 1959)

Con Carlo Giuffrè, Maria Fiore Matteo Spinola

Il conquistatore d’oriente (avventura, 1960)

Con Rik Battaglia, Gianna Maria Canale, Giulio Donnini, Tatiana Farnese, Fosco Giachetti, Irène Tunc

Il trionfo di Maciste (avventura, 1961, 90’)

Sceneggiatura di Arpad DeRiso e Nino Scolaro. Con Kirk Morris, Liuba Bodine, Cathia Caro 

I predoni della steppa (avventura, 1962)

Con Kirk Morris, Moira Orfei, Daniele Vargas 

Giulio Cesare, conquistatore delle Gallie (avventura, 1963, 103’)

Con Rik Battaglia, Cameron Mitchell, Dominique Williams, Raffaella Carrà, Nerio Bernardi 

Sansone contro i pirati (avventura, 1963) 

Sceneggiatura di Guido Malatesta. Con Kirk Morris, Tullio Altamura, Margaret Lee, Daniele Vargas, Aldo Buffi Landi

Maciste alla corte dello zar (avventura, 1964)

Sceneggiatura di Mario Moroni e Alberto De Rossi. Musiche di Carlo Rustichelli. Fotografia di Aldo Giordani. Con Kirk Morris, Ombretta Colli, Gloria Milland, Massimo Serato, Tom Felleghi, Giulio Donnini, Dada Gallotti. Prod. CineLuxor

Il dominatore del deserto (avventura, 1964, 92’)

Sceneggiatura di Mario Moroni. Con Kirk Morris, Hélène Chanel, Paul Müller, Rosalba Neri

La valle dell’eco tonante (avventura, 1964, 90’)

Sceneggiatura di Mario Moroni. Con Kirk Morris, Rosalba Neri, Hélène Chanel, Spela Rozin 

La rivincita di Ivanhoe (avventura, 1965)
Con Andrea Aureli, Gilda Lousek, Duilio Marzio, Clyde Rogers

Ivanhoe, a fianco dei ribelli sassoni, combatte per sposare Rowena e rovesciare gli Hastings, usurpatori feudali appoggiati dal reggente Giovanni, fratello del re Riccardo Cuor di Leone (1189-99) partito per la terza crociata. Ivanhoe (1830), famoso romanzo di Walter Scott, ha dato origine a molti figli cinematografici più o meno bastardi. Quello di Anton (pseudonimo di Tanio Boccia) non è dei peggiori, nonostante i pochi mezzi. (Morandini)


Agente X 1-7 Operazione oceano (spionaggio, 1966)

Sceneggiatura di Mario Moroni. Con Eleonora Bianchi, Aurora De Alba, Lang Jeffries

Uccidi e muori (western, 1967)

Con Elina De Witt, Robert Mark, Fabrizio Moroni

Dio non paga il sabato (western, 1968, 92’) Musica di Angelo Francesco Lavagnino. Con Max Dean, Vivi Gioi, Robert Mark, Larry War

Sapevano solo uccidere (western, 1968)

sceneggiatura di Mario Moroni. Musica di Angelo Francesco Lavagnino.  Con Dada Gallotti, Kirk Morris, Alan Steel, Larry Ward

Crepuscolo di fuoco (anche Guerra sul fronte est, guerra, 1970, 92’)

Con Renato De Carmine, Gianni Dei, Katherine Kendall, Roberto Maldera

La lunga cavalcata della vendetta (western, 1972, 92’)

Con Rik Battaglia, Anita Ekberg, Richard Harrison

Studio legale per una rapina (drammatico, 1973)

Con Kay Fisher, Gisella Pardi, Brigitte Skay, George Wang 

 

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