L’arte della retromarcia

Nella foga di rottamare il presidente Bardi in qualche Rsa, tal Michele Centonze consigliere comunale di Miglionico alla fine ha rottamato se stesso in una crociata contro il sistema "metastatico", combattuta a colpi di frasi fatte e commenti, repliche e giravolte degne di una soap opera di provincia, regalando suo malgrado con una manciata di righe - partorite con l’istinto frenetico da tastiera e il fascino del disastro annunciato - la misura esatta di una politica o presunta tale che ha perso postura e misura. Un tempo le scuole di partito formavano futuri dirigenti, oggi i social sfornano digitanti compulsivi. Perché se l’età diventa un insulto, allora - seguendo la logica - anche il Capo dello Stato dovrebbe andare a giocare a carte in qualche casa di riposo per ultra ottantenni. Ma tranquilli: "Non è un’offesa, è una critica ampia". Non pago, Centonze, ha sferrato l’attacco al Mattino colpevole di aver "decontestualizzato" tutto, cioè di aver riportato fedelmente le sue parole e di alcuni non precisati "amici di merende". Un’epopea tra il comizio e la tragedia greca. Poi, come in ogni dramma pseudopolitico che si rispetti, arriva la catarsi. Centonze si riscopre tenero, quasi affettuoso: “Il Presidente mi fa anche tanta tenerezza, mi ricorda mio nonno quando giocava a briscola e diceva che Berlusconi era un grande.” Un colpo di genio comunicativo. E quando il caos è diventato ingestibile, ecco il dietrofront di ordinanza: “Il mio modo di esprimermi è molto duro ma puramente politico. Non era e non sarà mai mia intenzione mancare di rispetto a nessuno, tantomeno alle istituzioni locali. Mi dispiace per interpretazioni diverse da quello che volevo esprimere e me ne scuso. Grazie per la comprensione.” Ma niente paura: il tempo, come dice lui stesso, “è galantuomo”, rilanciando un misterioso “ci vedremo in Regione” – chissà se un giorno sarà lui a doversi difendere da qualche 't cret' pronto all’uso.