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Fantastico Medioevo e sviste da incubo

Due realtà simboliche della storia medievale lucana – Banzi, con la millenaria Badia Benedettina, e Forenza, con il suo impianto urbanistico medievale e le rievocazioni templari – lasciate fuori da un’iniziativa che prometteva inclusività e valorizzazione diffusa del territorio. Ma i fatti raccontano un'altra verità: Fantastico Medioevo, oggi, è un progetto monco. È questo il cuore dell'interrogazione urgente presentata dal vicepresidente del Consiglio regionale Angelo Chiorazzo



Il vicepresidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale “per chiedere chiarimenti sull’esclusione dei comuni di Banzi e Forenza dal progetto strategico Fantastico Medioevo, avviato con la D.G.R. n. 294 del 12 giugno 2025”.

Chiorazzo “denuncia l’assenza di due comuni fortemente rappresentativi del patrimonio medievale lucano, a fronte di un progetto che dovrebbe essere inclusivo e progressivamente esteso dall'area del Vulture-Melfese-Bradano all’intero territorio regionale. Banzi ospita la storica Badia Benedettina di Santa Maria, mentre Forenza conserva, insieme alla Chiesa di Santa Maria degli Armeni, un impianto urbano medievale e promuove rievocazioni storiche legate ai Templari. Nell’interrogazione si evidenzia anche il mancato coinvolgimento, già in questa prima fase, degli enti e soggetti individuati dalla stessa delibera regionale, come Soprintendenza, Musei, Università, fondazioni, associazioni e attori della filiera turistica e culturale nonostante siano fondamentali per una progettazione integrata”.

Chiorazzo “chiede alla Giunta di chiarire i criteri adottati nella selezione dei nove comuni firmatari del protocollo e di definire tempi, risorse e modalità della prevista “seconda fase” del progetto, sollecitando l’immediata inclusione di Banzi e Forenza nelle attività previste per il triennio 2025-2027”.

"Se davvero si vuole costruire un grande progetto di riscoperta della memoria medievale lucana - conclude Chiorazzo - occorre farlo in modo inclusivo e programmato. Banzi e Forenza meritano di essere parte di questa narrazione non solo per ciò che rappresentano, ma per ciò che già oggi fanno per la promozione della nostra identità culturale".

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