IL MATTINO
Analisi
04.07.2025 - 17:51
Le donne non hanno avuto vita facile, ma è un problema (perché si tratta di un problema) che risale alla notte dei tempi, e che ha a che fare con la disponibilità economica, e con la capacità di ampliare il proprio orizzonte attraverso lo studio, e quindi attraverso la possibilità di abitare un mondo più ampio per sé.
Il mondo è fallocentrico ma è un mondo giovane quello fallocentrico, la potenza sessuale non è eterna ed è legata alla giovinezza, ed avere ancorato l'identità maschile a tutto questo rende, oggi, gli uomini fragilissimi, nel mentre le donne, anche se con molta fatica, si sono affrancate da una vita tutta famiglia, casa e chiesa, dove ognuno dei tre elementi contribuiva a rendere granitiche le stanze in cui una donna si muoveva, fino a fossilizzarla, che poi la donna si convincesse che oltre questo non ci fosse niente, è molto più che normale.
Sono le madri, e il mondo femminile che ci si trova a frequentare, a fare da staffetta e a passare poi il testimone alla donna che ognuna di noi diventerà perché donne si diventa non si nasce, scriveva Simone de Beauvoir. Nel mio caso mia madre è stata sempre avanti, ma lo erano anche le sue sorelle e la loro famiglia tutta. Ha perseguito un’indipendenza economica che poi l’ha portata a realizzarsi nel lavoro, pur essendo una donna bellissima, curata, che comunque ha dato tre figli alla Patria, per quanto non abbia mai preparato un dolce in vita sua, ma mio padre non amava i dolci casalinghi, e quindi tutto è filato liscio tra loro, talvolta in maniera imperfetta, ma sono stati capaci di rivendicare una reciproca autonomia esistenziale, pur essendo di molte epoche fa.
E quindi casa, famiglia e chiesa non sono priorità, come non lo è la bellezza. Per me è importante essere ciò che sono attraverso quello che faccio, e cioè attraverso la scrittura. Per questa ragione ho sempre guardato ai concorsi di bellezza con un certo distacco. Da giovane non me ne curavo, adesso, che il mio sguardo sul tempo che passa è mutato, ho iniziato a guardare in maniera differente al dato estetico. Ora lo colgo a differenza di prima perché è legato ad un mondo che non mi appartiene più, e ho iniziato a guardare in maniera differente anche a quei mondi che sono il mercato della bellezza e della moda, che attorno alla giovinezza/bellezza si costruiscono per poi vendere a chi non è più giovane (i soldi a parte casi rarissimi non sono appannaggio della gioventù) oggi più di ieri, un'identità più leggera.
La scorsa settimana a Ischia c’è stata una tre giorni di Moda e di Bellezza in concomitanza con le selezioni regionali di Miss italia, e devo dire che mi sono divertita, anche perché con tutta onestà nei luoghi che dovrebbero essere a me più consoni per ragioni di lavoro, ma anche per ragioni di interessi più "alati", poi, un po' faccio fatica ad andare.
Perché?
Eh perché, perché lì è tutto noto, nel senso che sono meccanismi lavorativi, belli, interessanti, talvolta sorprendenti ma sempre di lavoro si tratta, nel caso della moda e della bellezza c’è anche il lato ludico legato all'estetica, e quello è importante a qualsiasi età.
Miss Italia
La storia di Miss Italia è lunga e si è intrecciata con l’evoluzione della società e della cultura italiana dal dopoguerra a oggi.
Il concorso nacque nel 1939 con il nome di "Miss Sorriso", e fu promosso da un'azienda produttrice di dentifricio. Le partecipanti venivano giudicate attraverso le foto inviate per posta. Poi a causa della guerra, il concorso fu interrotto, riprese nel 1946 (ideato da Enzo Mirigliani, che ne divenne il patron) con il nome di "Miss Italia". Ma è con l’avvento della televisione che Miss Italia acquisì importanza nazionale: rappresentò il trampolino di lancio per il cinema e per una carriera da mannequin, e quindi per chi possedeva gioventù e bellezza era un'alternativa molto più "moderna" alla vita di moglie e di madre.
Tra le vincitrici e le partecipanti celebri si ricordano:
Lucia Bosè (1947)
Gina Lollobrigida (finalista 1947)
Sophia Loren (partecipante 1950 come Sofia Scicolone)
Mirella Teschi (1964) – la prima miss sposata e madre.
Negli anni '70 nonostante i cambiamenti sociali e la diversa rappresentazione della donna, il concorso non smise di essere seguito, anche se nel mentre furono introdotti nuovi criteri di selezione, tra cui il carattere, vedi personalità, e la capacità di sapersi proporre al di là del dato estetico.
Insomma Enzo Mirigliani rese il concorso più in linea con le trasformazioni sociali che stavano intervenendo nella società italiana.
Si affermarono così miss che poi divennero famose nel mondo dello spettacolo, come Martina Colombari (1991) e Anna Valle (1995).
E se tra gli anni ‘90-2000 si assistette, grazie alla televisione, a una spettacolarizzazione del concorso, cominciarono anche a farsi largo le polemiche sul ruolo della donna nei media.
In quegli anni la finale era trasmessa in prima serata su RAI Uno, con presentatori celebri come: Mike Bongiorno, Carlo Conti, Fabrizio Frizzi, che divenne per molti anni il presentatore ufficiale della manifestazione.
Nel 2000 fu introdotto un codice etico più rigido, e si iniziò a valorizzare la preparazione delle concorrenti.
Dopo la morte di Enzo Mirigliani (2011), la direzione passò alla figlia Patrizia Mirigliani.
Con il tempo il concorso ha cercato di reinventarsi attraverso l'apertura a: candidate curvy, madri, donne tatuate e di origini straniere. Si è prestato, nel contempo, maggiore attenzione a tematiche sociali come: le violenze di genere, i diritti civili.
Nel 2013, Miss Italia non andò in onda sulla Rai, per la prima volta, ma fu trasmessa su LA7, mentre negli ultimi anni si è spostata in parte online e ha ridotto l’impatto televisivo, ma è davvero cambiato il Concorso?
Oggi le ragazze arrivano al Concorso con determinazione e professionalità, sfilano con convinzione e sono consapevoli di stare svolgendo un lavoro e di doverlo fare al meglio, insomma sanno di essere le rotelle visibili di un mercato, quello della moda e della bellezza che dà occupazione non solo a loro ma a tantissime altre persone.
In pratica la lotta per l'affermazione dei diritti delle donne è arrivata anche a Miss Italia, così da professionalizzare l'intero comparto. Tanto più che oggi l'avvento dei social ha abituato tutti a stare sotto i riflettori, vedi selfie e video su Tik- Tok, ma anche a far.fare un salto di qualità, a chi investe per pochi attimi o per tutta la vita sulla propria immagine commercializzata.
Le ragazze sono comunque seguite da uno staff, da una coreografa che fa anche da guardiana affettuosa, e poi dai parrucchieri, dagli stilisti, con abiti per tutte le occasioni, dagli orafi gioiellieri. La loro bellezza è talmente imponente da essere intoccabile, eppure c’è chi le veste, le spoglia, ma tutto accade in totale ed assoluta trasparenza.
A guardare queste ragazze, determinate e professionali, la professionalità si vede, ho pensato a come sia stato e sia oggi sbagliato l’approccio a questa tipologia di manifestazioni, che è tutt'altro che frivola poiché presuppone un controllo totale del corpo e delle emozioni (la bellezza è raziocinio, i greci ce lo hanno spiegato benissimo) mai solo semplice esibizione di sé.
E così mi sono sembrate sterili le polemiche che da qualche parte si sono levate sulla mercificazione del corpo femminile, una cosa che proprio da dietro le quinte nemmeno si respirava.
Per quanto riguarda gli abiti devo dire che un abito ben costruito, dal punto di vista estetico e quindi anatomico, addosso ad una ragazza bellissima fa un effetto strepitoso, ma chi è capace di fare ciò riesce anche a rendere strepitosa qualsiasi donna e di certo Ciro De Angelis, sarto artigiano, come lui si definisce, tra i più applauditi nella tre giorni, è stato capace di questo. I suoi abiti si muovevano sul corpo delle modelle con semplicità ed eleganza, quella eleganza che troppo spesso non esiste più per le strade, e quindi ben venga Miss Italia, se riesce a portare un po' di buono e di bel vivere tra tutti, senza dovere per forza essere a Milano o a Parigi e nelle loro fashion week, anche perché tutti necessitiamo di abiti che ci accompagnino e ci accudiscano, possibilmente di sartoria, non tutti i giorni ma almeno per quelli più importanti per noi, e quindi questo piccolo esercito di modelle, di stilisti, di orafi e di professionisti della bellezza che hanno dimostrato di essere a passo con i tempi, sono utili a tutti noi.
Chi lo nega sarà sommerso dal fast fashion, ahi loro!
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