IL MATTINO
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11.06.2025 - 13:01
Dopo la disfatta materana il Partito Democratico in Basilicata si è letteralmente accartocciato su sé stesso. L’implosione era nell’aria da tempo, ma ora è ufficiale: il segretario regionale, Giovanni Lettieri, ha rassegnato le dimissioni. Un gesto inevitabile, forse tardivo, ma emblematico di un fallimento non solo personale, bensì collettivo. Non che Lettieri sia stato immune da errori – e ne ha commessi, eccome – ma sarebbe ipocrita attribuirgli in solitaria la responsabilità del disastro. È stato messo lì per reggere il gioco dei capibastone locali e lo ha fatto. Funzionale ad un equilibrio malato, ha finito per portare sulle spalle la croce di un partito ostaggio di faide, protagonismi e piccole vendette incrociate. Non è stato un leader, ma un parafulmine. In questa tragedia politica lucana c’era stato un momento in cui una svolta era possibile. Un nome, un volto, una voce fuori dal coro: Raffaele La Regina. Giovane segretario, preparato, impegnato fin dai tempi del liceo, con una visione e un linguaggio nuovo: avrebbe potuto rappresentare il cambio di passo. Ma è stato sacrificato sull'altare delle polemiche pretestuose e dei moralismi d’occasione. Una polpetta avvelenata che a rileggerla oggi fa quasi sorridere per la sua inconsistenza. Bruciato. Gettato in pasto a un’indignazione finta e strumentale tra ipocrisie e giochi di potere. Se fosse stato sostenuto davvero, forse oggi sarebbe in Parlamento, forse avrebbe costruito una nuova classe dirigente. Invece no. Il Pd lucano ha preferito auto-sabotarsi. Alle politiche non ha eletto neppure un senatore e un deputato forestiero imposto da Roma, senza radicamento né capacità di lettura locale. Il flop alle elezioni regionali del 2024 e le figuracce del duo Taruffi-Baruffi, plenipotenziari dem, può solo accompagnare un partito che ha rinunciato alla lotta sul campo, che ha perso i territori, che ha lasciato la narrazione della Basilicata agli altri. Un partito senza coraggio, senza identità, senza guida. Ora resta solo un vuoto politico, riempito da vecchie logiche e nuovi silenzi. Il Pd in Basilicata è finito non per un colpo solo, ma per una lunga serie di piccole viltà. La domanda non è più “chi ha sbagliato”, ma chi avrà il coraggio di dire la verità?.
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