IL MATTINO
agroalimentare
05.05.2025 - 12:06
Il mondo ne ha sempre più voglia (i consumi globali sfiorano i 14 milioni di tonnellate), ma dappertutto se mangi pasta pensi Italia. Ne siamo i più grandi consumatori, con oltre 23 chili annui pro-capite, ma anche quelli che più di tutti, producendola nei nostri pastifici o preparandola nelle cucine dei ristoranti di 5 continenti, la fanno conoscere al resto del mondo: nel 2024 il 58% della produzione nazionale di pasta italiana è stata destinata all'estero. Secondo un'elaborazione Unione Italiana Food su dati Istat nel 2024 parliamo di oltre 2.420.345 tonnellate (+9,1% rispetto al 2023) per un valore di 4.020 milioni di euro (+4,8% rispetto al 2023). In pratica 80 milioni di porzioni di pasta italiana che lo scorso anno sono state proposte nelle case e nei ristoranti di quasi 200 Paesi. Della pasta esportata nel 2024, circa 1,5 mln di tonnellate è destinato ai paesi dell'UE mentre 898.815 tonnellate finiscono in Paesi terzi. L'export nei Paesi Ue occupa nel 2024 infatti il 62,9% del totale, poco meno rispetto al 64,8% registrato nel 2023, mentre il restante 37,1% riguarda i Paesi non UE, America, Asia, Africa, Oceania. Germania (467.183 tonnellate), Stati Uniti (302.177 tonnellate), Regno Unito (283.478 tonnellate), Francia (278.511 tonnellate), e Giappone (69.589 tonnellate) si confermano i Paesi più ricettivi. Inoltre, la voglia di spaghetti&co prodotti nel Belpaese registra crescite tra il 5 e il 20% in Svezia, Canada, Polonia, Arabia Saudita, Brasile, Cina, Repubblica ceca, Croazia, Romania, Albania, Portogallo, Malta, Libano, tra il 20 e il 50% in Stati Uniti, Corea del Sud, Ucraina, Colombia, Serbia, Turchia, Vietnam, Oman, Uruguay, superiori al 50% in Paesi come Messico, Argentina, Etiopia, Eritrea, Sri Lanka e Paraguay.
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